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X-Men: l'inizio

Creato il 15 giugno 2011 da Misterjamesford
X-Men: l'inizioLa trama (con parole mie): Terminata - fortunatamente - la saga dei pupilli del Professor Xavier ai giorni nostri, la Marvel porta al Cinema un reboot del franchise dedicato ai mutanti più famosi del mondo del fumetto affidando la regia a Matthew Vaughn, fresco del successo ottenuto con l'ottimo Kick ass.
Rispetto agli albi ovviamente le differenze sono molte, ma lo spirito dell'amicizia divenuta rivalità dei giovani Xavier e Magneto è mantenuto appieno, e la pellicola, tra una citazione ed un cammeo, risulta migliore di tutte le precedenti, e pone le basi per quella che potrebbe essere una felice operazione di recupero di un gruppo che pareva ormai giunto al capolinea della sua fortuna cinematografica.
Ricordo i tempi in cui leggevo - oltre a dedicarmi ai tentativi di farmi pagare per le sceneggiature che scrivevo ed inseguire i disegnatori in modo che consegnassero le tavole in tempo - una marea di fumetti ogni settimana, sfruttando praticamente ogni singolo viaggio sui mezzi e qualche stralcio di nottata ai bei tempi dei primi lavori part time.
Benchè sia sempre stato più orientato verso gli eroi "solisti" - l'Uomo Ragno su tutti -, gli X-Men hanno rappresentato il mio ideale di gruppo di supereroi: fuorilegge, eterogenei, instabili, spesso e volentieri legati da sentimenti profondi più che dall'istituzione stessa dei loro costumi e ruoli - come, ad esempio, poteva essere per Fantastici Quattro e Vendicatori -.
Inoltre, nelle mani giuste, i pupilli di Xavier sono sempre riusciti a cogliere nel segno, sfornando personaggi a dir poco mitici entrati ormai nella Storia del media fumetto - Wolverine su tutti, ma credetemi, ce ne sono tantissimi altri, e molti ben più sfaccettati ed intriganti dell'irsuto canadese -.
Una delle cose che ha esercitato il fascino maggiore in quegli ormai lontani giorni di lettore vorace di comics è stata, senz'altro, la rivalità tra Erik Lehnsherr - più noto come Magneto - e Charles Xavier, nata quando ancora i due erano i giovani idealisti ben lontani dai leader attempati degli X-Men e de La confraternita dei mutanti malvagi.
Erik, sfuggito all'orrore dei campi di concentramento, cresce e coltiva nel cuore i sentimenti di vendetta e rivalsa tipici di chi è stato vessato dalla schiavitù e ha visto i propri cari morire per mano di spietati carcerieri.
Charles, dal percorso lineare e segnato da studi approfonditi, assume le connotazioni dell'illuminato uomo di scienza in grado di far fronte alle ondate sentimentali e cercando sempre e comunque - a volte anche attraverso decisioni controverse - di preservare il suo futuro e quello dei rappresentanti della sua razza, sponsorizzando una coesistenza pacifica tra umani e mutanti.
Il lavoro di Vaughn parte proprio da questo binomio, filtrandolo attraverso la straordinaria, contestatissima gestione degli albi di qualche anno fa nata dalla creatività strabordante della coppia Morrison/Quitely, alla cui opera è clamorosamente ispirata tutta la parte visiva della pellicola: il risultato è, probabilmente, il migliore mai raggiunto dagli uomini x sul grande schermo, e benchè imbrigliato da una produzione decisamente più mainstream del già citato Kick ass, riesce a mantenere alta l'attenzione grazie ad un ritmo tendenzialmente serrato ed alternare all'azione tipica di questo genere di prodotto una buona dose di emotività adolescenziale - legato principalmente agli amori e le rivalità nate in seno al neonato gruppo di mutanti costituito da Xavier e il non ancora Magneto per combattere l'Hellfire club capeggiato da Sebastian Shaw - e di autoironia - i riferimenti alla futura calvizie del Professor X e l'ottima comparsata di Wolverine/Hugh Jackman che elegantemente rifiuta l'invito di Charles ed Erik ad unirsi al gruppo mandandoli affanculo -.
Il crescendo finale, inoltre, culminato con lo scontro con Shaw che darà origine al charachter di Magneto per come il grande pubblico già lo conosceva e segnerà per sempre l'esistenza di Xavier, sottolinea e porta intelligentemente di fronte agli spettatori la questione più spinosa dell'intero percorso degli X-Men: da quale parte vi sareste schierati voi, se foste nati con un bagaglio genetico unico in grado di donarvi abilità straordinarie quanto maledizioni da perenne pregiudizio?
Quale sarebbe la vostra scelta? Passerebbe attraverso l'orgoglio conquistato da Mystica o la furia controllata della Bestia? La vendetta senza ritorno di Magneto o la speranza di una conquista civile di Xavier?
Due combattenti, due scuole di pensiero, due insegnamenti ben differenti: la Confraternita di Magneto, fondata sulla presa di coscienza mutante e pronta a reagire ai soprusi e ai pregiudizi ribaltando il mondo umano e gli X-Men del Professor X, paladini fuorilegge, reietti costretti a nascondere la loro natura pronti, un giorno, ad esibirla orgogliosamente ed insegnare alle nuove generazioni il rispetto reciproco.
Un pò come dire Che Guevara da una parte e Gandhi dall'altra.
Non una scelta facile.
Perchè stare qui ed immaginare un mondo di superpoteri è una cosa, averli e imparare a controllarli al meglio un'altra. La differenza tra Magneto e Xavier è come una pistola affidata alle nostre mani: quanti di noi riuscirebbero ad impugnarla senza abusarne, o a cercare di non uccidere nel momento in cui dovessero sentirsi minacciati?
Quanti riuscirebbero a controllarsi? Quanti avrebbero paura? Quanti farebbero fuoco?
Da che parte state, voi?
Io, che da sempre coltivo animo e controllo da Xavier, temo sarei davvero, davvero tentato di seguire Magneto.
MrFord
"Politics, it's a drag
they put one foot in the grave
and the other on the flag
systems rotten to the core
young and old deserve much more
than struggling every day until you're done.
Tension
too much to mention
living on both sides of the gun."
Ben Harper - "Both sides of the gun" -

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