1 gennaio 2012 Lascia un commento
"Salve mi chiamo Massimiliano e sono un lettore di fumetti", frase obbligatoria agli incontri degli ex-fumettari anonimi, quasi una confessione di colpevolezza per chi ha vissuto sulla propria pelle la prima ondata dei Corno negli anni ’70, la seconda degli Star Comics prima e Marvel Italia poi, dalla fine degli anni ’80 sin oltre il 2000.
La Marvel poi esiste ormai da mezzo secolo e sono tanti, tanti anni se si vogliono accontentare praticamente tre generazioni di lettori, impossibile forse essere sul pezzo per tutti e sara’ per questa ragione che i film dedicati ai supereroi non mi convincono mai completamente.
Non e’ colpa di nessuno intendiamoci ma quando si ha in se’ una caratterizzazione di personaggi che nasce da decenni di letture passate per migliaia di albi, centinaia di autori ma cosa ancora piu’ importante, uno spirito del tempo che cambia fuori e dentro, la visione di qualcun altro e’ per forza di cose percepita come sbagliata, a maggior ragione se questo qualcuno, sceneggiatore, produttore, regista che sia, deve condensare tutto il materiale esistente in due ore di film e fare necessariamente i conti col botteghino.
"X-Men: L’inizio" e’ buono, dico sul serio. C’e’ il tentativo peraltro riuscito di dare spessore ai personaggi, di far comprendere le motivazioni delle azioni presenti e soprattutto future senza permettere che l’azione divenga funzionale a se stessa.
Anni ’60 brillantemente rappresentati nelle architetture, nelle scenografie, negli interni e nelle fogge come non si vedeva dai tempi di Spielberg e Di Caprio, ottimo il casting, buona trasformazione da carta a live-action con i volti e gli atteggiamenti che aderiscono alla iconografia anch’essa mediata da decenni di diverse rappresentazioni.
La trama ha ritmo e non straborda, tensione costante e l’impressione e’ di aver a che fare con una narrazione pensata e meditata e non con un circo.
Esemplare direi l’incrociare la vicenda dei missili a Cuba, un momento fondamentale, un nodo nella storia moderna con la finzione della rivelazione mutante al mondo, un bel modo per intersecare i due universi, quello Marvel col nostro.
Cosa c’e’ che non va quindi? Questi non sono gli X-Men, non e’ la loro storia, non e’ il loro inizio, non rappresentano cio’ che io conosco e ricordo ma come ho detto e’ un problema mio e suppongo sara’ straordinario per tutti gli altri.
La Marvel poi esiste ormai da mezzo secolo e sono tanti, tanti anni se si vogliono accontentare praticamente tre generazioni di lettori, impossibile forse essere sul pezzo per tutti e sara’ per questa ragione che i film dedicati ai supereroi non mi convincono mai completamente.
Non e’ colpa di nessuno intendiamoci ma quando si ha in se’ una caratterizzazione di personaggi che nasce da decenni di letture passate per migliaia di albi, centinaia di autori ma cosa ancora piu’ importante, uno spirito del tempo che cambia fuori e dentro, la visione di qualcun altro e’ per forza di cose percepita come sbagliata, a maggior ragione se questo qualcuno, sceneggiatore, produttore, regista che sia, deve condensare tutto il materiale esistente in due ore di film e fare necessariamente i conti col botteghino.
"X-Men: L’inizio" e’ buono, dico sul serio. C’e’ il tentativo peraltro riuscito di dare spessore ai personaggi, di far comprendere le motivazioni delle azioni presenti e soprattutto future senza permettere che l’azione divenga funzionale a se stessa.
Anni ’60 brillantemente rappresentati nelle architetture, nelle scenografie, negli interni e nelle fogge come non si vedeva dai tempi di Spielberg e Di Caprio, ottimo il casting, buona trasformazione da carta a live-action con i volti e gli atteggiamenti che aderiscono alla iconografia anch’essa mediata da decenni di diverse rappresentazioni.
La trama ha ritmo e non straborda, tensione costante e l’impressione e’ di aver a che fare con una narrazione pensata e meditata e non con un circo.
Esemplare direi l’incrociare la vicenda dei missili a Cuba, un momento fondamentale, un nodo nella storia moderna con la finzione della rivelazione mutante al mondo, un bel modo per intersecare i due universi, quello Marvel col nostro.
Cosa c’e’ che non va quindi? Questi non sono gli X-Men, non e’ la loro storia, non e’ il loro inizio, non rappresentano cio’ che io conosco e ricordo ma come ho detto e’ un problema mio e suppongo sara’ straordinario per tutti gli altri.