È stato un bene per tutti, anche per lui, che Xabier, tempo fa, si sia allontanato dagli Afterhours. Ora “è tornato a casa”, ma ciò che è accaduto nel mezzo (e sicuramente continuerà ad accadere) è stato fondamentale per la qualità della musica italiana. È incredibile, infatti, quanto benefica e fruttifera sia stata l’arte della sperimentazione libera e lucidamente folle di mr. Iriondo con i mille progetti targati (e non) Phonometak, gli strumenti inventati o rivisitati nello storico negozio/casa discografica, le jam session in cui si respirava aria di contaminazioni benefiche, linguaggi, vibrazioni. Fa un po’ sorridere, quindi, come Irrintzi (significa “urlo stridente e prolungato” nella lingua dei Paesi Baschi) sia solo il suo primo disco solista. Già considerando il formato è evidente che libertà d’espressione artistica e sperimentazione non cazzeggiante siano il fulcro del lavoro: due vinili con solo un lato segnato dai solchi contenenti musica e con l’altro serigrafato e sempre diverso per ogni copia. Un disco costituito da composizioni inedite e originali, l’altro composto da cover, anche se, dato il trattamento “subito”, si fa fatica a non considerarle “inediti” a loro volta. “Elektraren Aurreska” è ottundente battito etno/dissonante, poliedrica, dall’afflauto kraut che si accentua nella title-track, pezzo da elettronica chitarristica psych-iterativa, dall’impeto noise permeato da plumbea estaticità. Rivoli di chitarre slabbrate, tra acustica ed elettricità, costituiscono lo scheletro de “Il Cielo Sfondato”, dotato di crudele dolcezza, tra rock destabilizzato e sapori orientali, “Gernika Eta Bermeo” è invece un monologo in spagnolo circondato da rumori di guerra e vita combattente. Si cambia disco e svicola una corrosiva versione di “Reason To Believe” di Springsteen, spoglia e potente. “Preferirei Piuttosto Gente Per Bene Gente Per Male”, invece, è un meraviglioso incastro di un testo di Michele Currà inscatolato in “Gente Per Bene, Gente Per Male” di Battisti rivisitata in chiave post-punk, mentre le mazzate rock rivivono nell’acida versione di “The Hammer” dei Motörhead. “Itziar En Semea” sfiora linguaggio industrial e una sobria versione di “Cold Turkey” di Lennon chiude il disco. Irrintzi è ispido, ma si insinua sottopelle, genera un big bang di stimoli che collegano direttamente stomaco cervello allo sterminato universo artistico di Xabier. Musicalità laterali certo, ma che fascino.
Tracklist
Disco 1
01. Elektraren Aurreskua
02. Irrintzi
03. Il Cielo Sfondato
04. Gernika Eta Bermeo
Disco 2
05. Reason To Believe
06. Preferirei Piuttosto Gente Per Bene Gente Per Male
07. The Hammer
08. Itziar En Semea
09. Cold Turkey