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Devo ancora riprendermi dalla chiusa per questo survival dallo stile particolare di The Molosses Flood, quindi mi pare il momento opportuno per la recensione. In effetti più survival di così, si muore. E infatti si muore spesso e in svariati modi.
Anche io ho collezionato il prestigiosissimo achievement dedicato a tutti i trapassi possibili (sì, la dura vita dell' achievement hunter è anche questo ). A me ha ricordato tantissimo How to Survive di 505 sia per il gameplay sia per la tipologia di navigazione della mappa di gioco, se così vogliamo chiamarla, costituita da innumerevoli isolotti e rispettivi approdi disseminati lungo il corso principale di un fiume generato proceduralmente. Un fiume che Scout (la ragazzina di cui vestirete i panni) e il fedele cane Aesop percorreranno a bordo di un'inizialmente sgangherata zattera assai difficile da governare, soprattutto in mezzo alle rapide che interrompono i tratti di dolce navigazione in acque calme. Da notare è che la suddetta zattera, da parecchi tacciata di ingovernabilità e per altri causa di frustrazione (se sbattete sulle sponde delle isole o sui molti ostacoli che emergono dalle acque troppe volte, morite), può essere pimpata alla grande, certo solo collezionando e craftando determinati materiali e poi riuscendo ad arrivare all'officina per l'assemblaggio, senza crepare prima. Gli oggetti con cui riempire il vostro zaino, quello di Aesop (che vi suggerisco di equipaggiare saggiamente, dato che in caso di decesso rimarrà intatto per l'avventura successiva) e la vostra zattera non sono centinaia ma sono vari e le combinazioni per il crafting sono davvero challenging, anche grazie alla generazione procedurale di cui sopra, relativa anche ai loot. Per questo motivo potranno passare ore prima che voi troviate una determinata erba quando serve, mentre nella partita precedente ne avevate a bizzeffe.
Frustrante? Io dico appealing. Certo, se vi piacciono le sfide altrimenti il mio consiglio è di puntare su FarmVille e vivere felici. Le ambientazioni sono prevalentemente costituite da isolette ricche di boschetti, paludi, zone aride disseminate di vecchie auto e pulmini scassati, pozzi e falò dove riscaldarvi: qui troverete piante a volontà, dolci coniglietti di cui vi ciberete, cinghiali, lupi e serpenti che vorranno cibarsi di voi, talvolta strambi personaggi che vi faranno dono di qualche oggetto random. Dovrete costruire e collezionare coltelli, martelli, bende, infusi curativi, trappole per cacciare, vestiti più resistenti che vi proteggano da acqua e freddo. Per fare questo, sarete completamente liberi di vagare come più vi piace tra i lembi di terra che riuscirete a raggiungere, sempre seguendo il corso del fiume (tornare indietro è quasi impossibile, quindi meditate bene sugli approdi che volete puntare), senza dimenticare di controllare le cassette della posta che potrebbero contenere alcune interessanti quest. Graficamente The Flame in The Flood è piacevole da guardare: niente asset super dettagliati, forme abbastanza squadrate e stilizzate, come fossero disegnate a matita (tipo favola per bambini) e nello stesso tempo un tocco di creepy alla Tim Burton che non guasta mai.
Più di una volta vi imbatterete in piccoli glitch grafici, anche se la cosa non rovinerà certo l'esperienza di gioco, affliggendo prevalentemente elementi marginali. Unico bug davvero fastidioso riguarda invece il comparto sonoro: spesso capiterà che nonostante il temporale sia bello che terminato, l'effetto pioggia battente che lo caratterizza lato sound continuerà ad accompagnarvi a lungo, mandandovi in confusione per qualche attimo e risultando francamente ossessivo. Altra pecca riguarda probabilmente il sistema di salvataggio.
Il percorso che andrete ad affrontare lungo il fiume vi porterà ad esplorare dieci diverse zone in successione, più o meno ampie, con più o meno approdi dove rifocillarvi. Attenzione perché solo alcuni specifici punti (generalmente le enter area di ciascuna zona) costituiscono altrettanti checkpoint dove i vostri progressi verranno effettivamente salvati. Una volta morti avrete la possibilità di ricominciare una nuova avventura da zero oppure ripartire da uno dei checkpoint raggiunti. Parliamo della campagna principale a livello standard, mentre è prevista una modalità endless alternativa e un livello di difficoltà ulteriore con permadeath. Ad ogni nuova partita la costante indicazione del vostro personale record (giorni di vita e miglia percorse), prenderà per la gola coloro che amano le sfide in maniera un po' malata, io vi avverto. The Flame in The Flood non è un gioco per tutti: chi si ferma al primo ostacolo non è destinato a resistere. Questo favoloso survival (l'ho detto!) è una sfida vera, è addictive, vi farà divertire, incazzare, e rimpiangere di averlo iniziato, perché nessun record sarà mai abbastanza grandioso, nessun cappello di pelo di coniglio sarà mai abbastanza caldo e voi farete un'altra partita. Again. And again. And again and again (trovate la citazione).
VOTO 8/10
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