<<Non diciamo sciocchezze!>>, Murdar intervenne appena in tempo incalzando la donna che con troppa facilità aveva emesso la sentenza. <<Sono le mie giovani leve e le decisioni del Concilio non hanno rilevanza quest’isola>> la redarguì. <<Neanche tu puoi proteggere chi ha appena confessato un crimine, Oedh!>>. La donna agitò le dita e delle catene nero peltro circondarono i polsi dei tre ragazzi. <<In nome della Dea, Rehina ti chiedo di ascoltarli, abbiamo già commesso fin troppi errori in passato e la nostra stessa posizione è diventata assai scomoda. Non vi avrei convocato altrimenti>>. Murdar si accosto alla signora ponendole una mano sulla spalla e presto le catene svanirono. <<E sia, saranno interrogati e domani decideremo del loro destino>>decretò prima di voltare loro le spalle, seguita a sua volta dalla maggior parte del Concilio. Soltanto un uomo molto alto restò al fianco del saggio. <<Murdar sai com’è fatta Rehina, sono certo che se questi ragazzi sono innocenti, non sarà fatto loro alcun male>> disse per poi unirsi al resto del gruppo. <<Grazie Kiem>> rispose in segno di gratitudine. Il trio rimase in silenzio poiché il susseguirsi degli eventi si era svolto così in fretta da lasciarli senza parole. Un attimo prima avevano le catene ai polsi e un attimo dopo si ritrovarono soli con il saggio visibilmente provato. <<Nonno, noi non abbiamo ucciso nessuno>>si giustificò Xera, ritrovato il coraggio. <<Ne sono lieto>>asserì l’uomo porgendo ancora le spalle. <<Saggio Murdar dobbiamo dirti qualcosa di importante>> aggiunse il Novizio massaggiandosi il polso, ma l’uomo preferì far loro un cenno affinché lo seguissero. <<Credo che Murdar sia arrabbiato!>> bisbigliò Elesya di modo che solo i due compagni potessero sentirla e dando così voce anche ai loro pensieri. Giunti alla dimora del vecchio, furono scortati fin dentro i suoi uffici e quando superarono la porta di legno massiccio, cui avevano sottratto i due frammenti, l’uomo li guardò per un breve istante prima di precederli nella stanza. <<Lo sa!>> mormorò Xera abbassando lo sguardo. I capelli le solleticavano la base del collo, non era abituata a quella sensazione. Tra le mani ancora stringeva il fiocco che le aveva donato sua madre, quasi fosse un portafortuna e senza rendersene conto, si ritrovò a fissare il minuto anello d’argento che cingeva il suo dito. <<Lo rivorrà indietro?>> pensò tra sé e sé. Murdar si accomodò sulla poltrona accanto al grande divano sul quale erano sedute le giovani leve e per l’occasione altre sedie erano state aggiunte. In totale erano cinque, che tuttavia restarono vuote per diversi minuti. <<Adesso alcuni membri del Concilio vi faranno delle domande, alle quali rispondere solo se interpellati>> spiegò il saggio, <<Ma noi non abbiamo fatto niente!>> lo interruppe Xera <<Bambina, un cuore onesto non ha bisogno di essere difeso, poiché il suo candore sarà sotto gli occhi di tutti>> disse ammonendola tuttavia con lo sguardo. <<Rispondete alle domande con sincerità e non avrete nulla da temere>> aggiunse infine. Dopo qualche istante la porta della stanza si spalancò permettendo a cinque membri del Concilio di entrare.
In testa al gruppo vi era la donna già incontrata in precedenza. Come i suoi compagni indossava la tunica azzurra con l’effige del Concilio ricamata sulla schiena, il cui occhio però a differenza degli altri, era stato tessuto con del filo dorato. Le leve così compresero che la donna era l’attuale capo del Concilio. I suoi capelli erano stati ordinatamente raccolti in un’acconciatura rigida che rifletteva la durezza dei tratti del suo volto e sebbene fossero quasi tutti bianchi, alcune ciocche ebano facevano capolino. I suoi occhi erano scuri e impenetrabili, incorniciati da uno spesso paio di occhiali a punta che rendevano il suo viso molto più severo. Le labbra invece erano minute e sottili, contratte in un’espressione di disappunto. La donna si sedette sulla sedia centrale, mentre i suoi compagni si accomodarono ai lati. Anche l’uomo alto prese parte all'interrogatorio, la cui presenza rincuorò i tre amici, benché non sapessero nulla di lui. Era un uomo di mezza età dalla pelle scura. Non aveva tanti capelli e questo rendeva la sua testa particolarmente tonda. Il suo viso paffuto sfoggiava una barba rasa, alla quale era stata data una forma particolare che ricordava delle lingue di fuoco. Gli occhi ambrati presero a fissare i tre ragazzi, sorridendo loro di tanto in tanto. Altre due donne più giovani erano sedute sulla destra: la prima somigliava a Hillin e se non fosse stato per gli occhi verdi e i capelli corti, sarebbero sembrate due gocce d’acqua; la seconda invece aveva un fisico minuto, con lo sguardo fisso sulle sue mani che strofinava di continuo. Aveva i capelli castani raccolti in una piccola treccia che le ricadeva sulla spalla e tra un movimento e l’altro, sottili scintille sprizzarono dalle dita. <<Mi dispiace!>> si scusò stringendo le spalle. Aveva gli occhi azzurri e lentiggini sul naso ma di lei poterono vedere ben poco, poiché il suo carattere remissivo le faceva tenere sempre la testa bassa. Infine un uomo dall’aria saccente finiva il cerchio. Aveva lunghi capelli neri con ciocche argentate sulle tempie e due occhi grigi come il cielo durante una tempesta, che a Elesya ricordarono a tratti qualcuno. <<I vostri nomi prego>> disse la donna seduta al centro, <<Per primo il Novizio>> aggiunse. <<Reilhan Alder>> rispose il curatore. <<Alder? Capisco, la prossima>>, <<Elesya Muritor>> asserì la giovane maga e la donna sollevò un sopracciglio per poi riabbassarlo immediatamente. <<Adesso lei>> mormorò dopo aver trascritto, <<Xera Rouster>>. La donna sollevò lo sguardo dalla pergamena che stava compilando, togliendosi addirittura gli occhiali. <<Rouster ha detto?>> la incalzò fissandola con attenzione, <<Sì, Signora!>> annuì Xera reggendo il confronto visivo. <<Che piacevole coincidenza!>>esclamò, <<Rehina, forse dovremmo iniziare>> la interruppe Murdar ma lei preferì ignorarlo. <<Non sapevo che la figlia di … >>, <<Rehina Adel Tristea Hilen osi offendermi nella mia casa?>> affermò alzando la voce e la donna non disse altro. <<È successo qualcosa a mia madre?>> domandò Xera preoccupata, <<Tua madre? Non sono al corrente di notizie tanto irrilevanti>> rispose senza neanche guardarla, <<Irrilevanti?>>ripeté la guerriera arrabbiata, ma ancora una volta Murdar intervenne rassicurandola, <<Bambina, tua madre è al sicuro; adesso però non è il momento di lasciarsi condizionare dalla rabbia>> le suggerì sorridendo. <<Haelin, pergamena e calamaio!>>ordinò alla donna che somigliava a Hillin. <<Prima di iniziare vi sarà comunicato chi eseguirà l’interrogatorio, sono le leggi e vanno rispettate. Haelin procedete pure!>> aggiunse. La ragazza si alzò in piedi e subito elencò i nomi dei cinque membri in ordine di carica. <<Capo del Concilio: Rehina Hilen; Maestro di Chiavi: Kiem Gholja; Inquisitore: Zonke Vesphania>>, <<È lo stesso nome di Paldur>> mormorò Elesya senza rendersene conto e l’uomo contrasse le labbra in segno di disapprovazione. La ragazza si schiarì la voce e riprese a recitare l’elenco <<Maestro scriba, Haelin Dinn>>, i tre amici si guardarono sorpresi <<E infine Artesia Eldrhim, Esecutore>>. Un’altra piccola scintilla brillò tra le dita della ragazza che di nuovo si scusò per poi stringersi nelle spalle. <<Novizio, che ruolo ha avuto nella scomparsa delle guardie scelte Satyr e Leha Suneht?>> asserì Rehina prendendo la parola con prepotenza, <<Nessuno Signora e così le mie compagne!>>, <<Risponda solo per te stesso, fino a prova contraria il vostro gruppo è stato sciolto con l’arresto>>. Reilhan provò a ribattere ma fu inutile, <<Rouster le sue testuali parole sono state: “Per colpa nostra adesso sono morti”; Conferma dunque?>>, <<Sì, ma non intendevo …>>, <<Non intendeva ammettere di averli uccisi? Certo! Muritor suo nonno era un uomo controverso ma servo della verità, mi dica in che modo avete ucciso le due guardie scelte e forse la sua punizione potrà essere ridefinita>>. Rehina restò in attesa e la maga si apprestò a rispondere << È stata Alonya a compiere l’incantesimo, noi eravamo suoi prigionieri>> affermò tutto d’un fiato. I membri del Concilio presenti fissarono Rehina, che sebbene fino a quel momento avesse mantenuto una certa compostezza, fu presa dall’ira. <<Come conoscete quel nome?>> domandò con un filo di voce che diede loro i brividi. <<è così che si è presentata la bambina che abbiamo incontrato qualche giorno fa!>> confessò Xera senza esitare. <<Stai zitta!>> le intimò la donna e subito le tenebre avvolsero la stanza. Gli altri membri del Concilio non sembrarono intimoriti a differenza dei tre ragazzi che invece si guardarono intorno ossessivamente. <<Come osate … Come osate>>continuò a ripetere mentre un vortice oscurò si formò alla base del divano, <<Quale mostro oserebbe tanto, quale? Siete la degna figlia ... >>, <<Adesso basta!>>esclamò Murdar e un abbagliante fascio di luce annientò sia le tenebre sia il vortice. <<Non osare interferire Oedh, non te lo permetterò!>> protestò livida in volto, <<Non interferirò, se inizierai ad ascoltare mettendo da parte i tuoi pregiudizi>> la redarguì il vecchio. <<Rei figliolo, siete proprio sicuri che la bambina si chiamasse Alonya?>>, <<Sì, saggio Murdar; questo è il nome con il quale si è presentata e inoltre … >> ma non osò proseguire. <<Non abbiate timore, diteci tutto quello che sapete>> provò a rassicurarlo <<Inoltre ha affermato più volte di essersi persa e che fosse alla ricerca di sua nonna>>, <<SCIOCCHEZZE>> asserì Rehina <<Non un’altra parola ancora>> gli intimò puntandogli il dito contro, ma Xera la ignorò <<Ci ha rivelato che sua nonna faceva parte del Concilio, chiedendoci infine di condurla da lei. Quando però ha mostrato la sua vera natura, le due guardie hanno cercato di fermarla e così sono caduti, vittime della sua magia>> confessò senza lasciarsi interrompere. <<Non può essere>> riuscì soltanto a dire la donna prima di accasciarsi sulla sedia. <<Rehina sarà meglio fare una pausa, il tuo cuore è stato messo alla prova abbastanza>> bisbigliò Murdar in pensiero per l’amica, ma lei alzò il braccio ponendo fine alle sue parole. <<Non posso riposare sapendo che … Oedh … è la mia bambina>> proferì con un filo di voce. <<Kiem …>> mormorò e l’uomo annuì confermando la versione dei tre ragazzi. <<Dinanzi a Kiem nessuno può mentire e pensare di farla franca>>comunicò il saggio per sanare i dubbi del trio. <<Dov'è adesso?>> domandò speranzosa <<Qualcuno è intervenuto durante il duello e l’ha portata via>>, <<In che modo? È stata rapita con la forza?>>li incalzò, <<No>>rispose Elesya, <<No? Siate più specifici, ditemi tutto quello che sapete>> continuò alzando sempre più la voce. <<Signora, li lasci parlare>> intervenne Kiem e lei si fece da parte. <<Un uomo le ha imposto di dormire e una volta accovacciata, è stata trascinata sotto terra da delle radici>> dichiarò il Novizio. <<Rehina … interrompi l’interrogatorio>>le consigliò il saggio in pena per lei, <<Basta Oedh, ti prego. Non capisci quanto si sono spinti oltre? L'hanno resa una questione personale!>> si lasciò sfuggire. <<Proprio per questo sarebbe conveniente parlarne tra noi, questi ragazzi ne hanno già passate troppe>>aggiunse infine il saggio. La donna accettò ma poco prima di abbandonare gli uffici di Murdar, Xera prese coraggio e le chiese perdono, <<Di cosa si sta scusando?>> replicò ancora sconvolta <<Mi dispiace non averla riportata da sua nonna>> spiegò con gli occhi lucidi <<Non scusarti ragazza. Ho perso mia nipote quindici anni fa e nessuno avrebbe potuto più riportarla da me>>subito dopo la donna abbassò lo sguardo e lasciò la stanza. Xera si strinse nelle spalle, poiché colta da un improvviso brivido freddo. <<Saggio, non riesco a capire>>bisbigliò il Novizio e l’uomo attese di essere il solo membro del Concilio presente, prima di rispondere. <<Rehina è il capofamiglia di una casata molto importante di Sihlya, maledetta da una triste esistenza>>. Il vecchio iniziò a osservare il mare dalla finestra. <<Sua figlia Eloishe venne a mancare a causa di una brutta malattia che neanche il più ferrato Chierico fu in grado di contrastare. Rehina si fece carico di sua nipote, rimasta orfana a soli quattro anni, ma non ebbe modo di godere a lungo della sua presenza, perché sfortunatamente …>> ci fu una breve pausa <<Un solo attimo di distrazione e la bambina sfuggì al controllo di sua nonna. La cercarono per giorni, ma soltanto alla soglia della quarta alba ritrovarono le sue spoglie a ridosso del fiume nel quale era caduta per recuperare una bambola>>. Le leve restarono in silenzio, poi però Xera prese la parola <<Ma noi l’abbiamo vista, com’è possibile?>>, <<È stata evocata!>> esclamò Elesya attirando l’attenzione dei due amici. <<Qualcuno ha usato le sue spoglie per fare di lei un’evocazione … avrei dovuto intuirlo … era così fredda!>>spiegò rammaricata. <<Non crucciartene bambina mia, siete incappati in qualcosa di troppo grande per voi e di cui non dovrete darvi alcuna pena>> insistette Murdar. <<Signore c’è dell’altro!>> disse Reilhan riferendo all’uomo le esatte parole della losca figura. <<Ora più che mai vi chiedo di farvi da parte; tornate alle vostre faccende e lasciate che siano gli adulti a occuparsi del resto … almeno questa volta datemi ascolto>> affermò. <<Ancora una cosa nonno, l’artefatto …>>ma l’uomo pose un dito sulle labbra e Xera s’interruppe. <<Non ora!>> borbottò invitando i tre ragazzi a lasciare la stanza. Quando la porta si richiuse alle loro spalle, i due Luàn sbuffarono prima di tornare allo stato ligneo. Il trio si recò nel corridoio gremito di stanze numerate, una delle quali era stata loro assegnata nel caso ci fossero state altre domande cui rispondere. <<Numero diciassette, questa è la nostra!>> esclamò il Novizio inserendo la chiave nella toppa, per poi richiuderla una volta che anche le due ragazze furono entrate.