Xera, la ragazza con la spada (pag. 151)

Da Valeria Ricci @iside2184
Reilhan ripose il Maglio sulla schiena e come fossero redini, tirò con forza le catene color pece che avvolgevano il capo di Lodo. Il re delle paludi iniziò a dimenarsi ma questo servì soltanto a rendere la presa più salda, sebbene la differenza fisica tra i due fosse notevole. Elesya era immobile e allo stesso modo la sua evocazione, vincolati dal patto di sangue che li costringeva a condividere lo stesso destino avverso.In più occasioni Lodo fu sul punto di schiacciare la fanciulla, ma non appena la distanza tra loro diminuiva, Reilhan sospingeva gli anelli di metallo sulla ferita aperta all’interno della bocca. Con il passare dei minuti le braccia del curatore incominciarono a intorpidirsi, fino a che allo stremo delle forze perse la presa della catena, consentendo al suo avversario di liberarsi. Non fu semplice per Lodo scalzare il Novizio, che aggrappato alle sue scaglie, riuscì a non cadere. La bestia però non si arrese. Spinto da una rabbia incontenibile, iniziò a correre in direzione del lago, immergendosi completamente nelle acque torbide e fangose. Reilhan trattenne il fiato più che poté, tuttavia la mancanza d’aria prese subito il sopravvento. Con le gambe si spinse in avanti utilizzando il corpo del mostro per incrementare la velocità di risalita, benché il fango gli impedisse di nuotare e proprio nel momento in cui fu a un passo dalla superficie, Lodo lo afferrò per le caviglie riportando nelle profondità degli abissi.

Elesya si rialzò frastornata, la testa le pulsava e il braccio doleva <<Dove mi trovo?>> gemette ad alta voce, per poi ricordare l’intera vicenda nel giro di pochi minuti. Il terrore la attanagliò, quando si accorse di essere sola. <<Reilhan!>> urlò la giovane maga nel tentativo di ritrovare l’amico, ma del curatore non vi era alcuna traccia. Anche l’evocazione tornò in piedi e ponendosi dinanzi alla padrona annusò l’aria con insistenza, <<Trovalo, te ne prego>> mormorò Elesya. Una luce abbagliante la accecò, proveniva dal centro del lago e a questa si susseguirono numerose bolle d’aria che fecero agitare le acque torbide. <<Che succede?>>pensò la giovane maga avvicinandosi con cautela. La scena si fece più movimentata allorquando la luce sospinse le acque ai margini del lago, creando una sorta di cratere umido sul fondo della palude. Due colonne d’acqua grigia non osavano infrangersi sul corpo rovente del sovrano, che avvolto da fiamme scarlatte, prese a rotolare su se stesso nel tentativo di estinguerle. <<Non può essere!>> mugugnò Elesya, <<Xera!>>esclamò infine. Gli occhi si riempirono di lacrime ma in nessun momento indugiarono dall’esile corpo, seppur ferito, della guerriera che riemergeva dalle profondità del lago sorreggendo il Novizio. <<Non ascolterai mai quello che ti dico, vero?>> asserì Reilhan tossendo, <<La speranza è l’ultima a morire>> rispose la fanciulla. 
Raggiunta la superficie, Elesya accorse dai suoi compagni che strinse a sé in un lungo e caloroso abbraccio. <<Vi chiedo scusa!>>affermò Xera incapace di sottrarsi alla stretta dell’amica, <<Temo che non potrò aiutarvi più di così>>. Reilhan la adagiò sulla terra umida della palude, notando infine quanto il suo colorito fosse diventato pallido << Ely …?>> ma la fanciulla scosse il capo <<Neanche una goccia>> sospirò affranta. Un forte boato li ricondusse alla realtà. Con il corpo fumante, Lodo risalì il lago fino a raggiungere il trio, per poi caricarli con tutta la forza di cui disponeva, deciso a farla finita. <<Elesya devi aiutarmi>> proferì il Novizio con il Maglio stretto tra le mani, <<Dimmi quello che devo fare!>> ribatté la fanciulla con tono deciso. Reilhan bisbigliò solo qualche parola e infine corse in contro alla bestia, mentre l’amica invocava una delle sue formule. Il Maglio s’incendiò di candide fiamme che in un primo momento intimorirono Lodo, poi però ripreso coraggio, la bestia incrementò la velocità dei suoi movimenti. Quando la distanza tra i due divenne esigua, Reilhan chiuse gli occhi infondendo tutto il suo potere nel metallo della sua arma. Le rune sul petto s’illuminarono generando fiamme alte e abbaglianti, che costrinsero Lodo a fermarsi poiché accecato, proprio quando una gabbia di lame affilate piombava su di lui. Ogni singola lama si conficcò del corpo della bestia facendolo urlare dal dolore, sebbene non fossero sufficienti ad abbatterlo. Reilhan raggiunse la gabbia, impose la mano sulla lama a lui più vicina e di nuovo tornò a mormorare qualcosa a denti stretti. Il filo di ogni spada magica s’incendiò e con loro il corpo della bestia. In un ultimo gesto disperato, Lodo richiamò a se la nebbia che lentamente prese a riconquistare, zolla dopo zolla, l’intera palude. <<Rei! Se ci tocca, le nostre paure torneranno a tormentarci>> disse Elesya con tono disperato, <<Qualunque cosa accada, non perdere la concentrazione>> le consigliò il Novizio prima di allontanarsi dal campo di battaglia. Raggiunse così Xera e la adagiò sul dorso del cane ossuto, che intanto l’aveva protetta restandole accanto. Quando fu certo che la fanciulla fosse a distanza di sicurezza dalla nebbia, sollevò il Maglio più che poté con entrambe le mani, chiuse gli occhi e rimase immobile. 

Elesya poté osservarne soltanto la schiena ma solo di sfuggita, perché Lodo non faceva altro che dimenarsi. Dalle orbite cave di Vheles, si materializzarono catene oscure come le tenebre, che avvolsero le zampe della bestia fino a immobilizzarlo, mentre le lame infuocate penetravano la sua pelle più in profondità. <<La mia magia vi distruggerà>>, la voce di Lodo invase i loro pensieri senza tuttavia intimorirli. Fu invece l’avanzare della nebbia a turbare la giovane maga. <<Rei, non c’è più tempo>> gli intimò scorgendo sagome offuscate venirle incontro. E proprio una di queste le afferrò il braccio sinistro, di cui la maga si liberò con una gomitata ben assestata, <<Reilhan!>> gemette di nuovo e una seconda mano si aggrappò ai suoi capelli, tirandoli con forza. Una terza e una quarta le bloccarono un braccio e una gamba, straziando la pallida carnagione con graffi e lividi. Anche Xera fu bersagliata dalle misteriose sagome, benché il cane non facesse altro che muoversi, la nebbia però li aveva circondati e non vi era più altra via di fuga. Una delle sagome si separò dal gruppo fiondandosi sul curatore, aveva un aspetto familiare ma Reilhan non osò guardarla negli occhi poiché poco prima di essere sfiorato, martellò con tutte le sue forze il terreno fangoso. Un’onda d’urto si propagò dal Maglio, si fece luce e in men che non si dica rischiarò l’intera palude epurandola dalla maledizione di Lodo. Le nubi si squarciarono e la nebbia si dissolse, mentre le misteriose ombre sparirono all’istante. Elesya s’inginocchiò a terra, Xera al contrario tornò in piedi stranamente rinvigorita. Iniziò così a guardarsi le mani, le braccia e le gambe, notando infine che tutte le ferite erano guarite. <<Com’è possibile?>>domandò esterrefatta, <<Rei ci ha salvate>> rispose Elesya stanca ma felice. Quando il Novizio le raggiunse sia Xera, sia Elesya lo accolsero con un sorriso, che tuttavia si spense dinanzi al volto preoccupato del compagno, <<Che ti prende, Lodo è stato sconfitto>> lo ammonì la guerriera, <<A quanto pare non era il solo di cui preoccuparsi>>mormorò indicando un punto indefinito alle spalle dell’amica.

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