Eppure aveva compiuto una scelta ben precisa: essere un curatore significava, infatti, favorire la vita ad ogni costo, anche se quella vita ne aveva mietute molte. Il martello era avvolto da fiamme bianche; l’emanazione del suo desiderio di rivalsa era diventata un’arma potente, un potere capace di piegare persino un nemico ritenuto imbattibile. Con quella nuova arma avrebbe potuto difendere le persone giuste, dai malvagi; avrebbe potuto proteggere chi chiamava amici ed essere un curatore forse migliore del suo maestro. Era questo che continuò a ripersi man mano che la nuova forza invadeva il suo corpo.
Poi però la regina aprì gli occhi e guardandolo inerme, chiese di essere risparmiata.<<Avete vinto, lasciatemi andare! Prometto che resterò nel mio castello per il resto dei miei giorni senza far del male a nessuno>> disse.<<Come potrei mai crederti, dopo tutto quello che ci hai fatto passare?>> rispose il Novizio innalzando il martello, <<Perché sei un curatore, un uomo devoto alla vita e la vita per voi è sacra!>> rispose insinuando il dubbio nella mente del suo avversario. Reilhan osservò le sue amiche; abbandonare il castello avrebbe giovato ad entrambi i fronti. Inoltre avrebbe potuto soccorrere Xera, senza sprecare altro tempo per un duello giunto ormai al termine. La regina tuttavia era infida, per cui credere ciecamente alle sue parole sarebbe stato avventato e lui non era disposto a rischiare. <<Le mie amiche abbandoneranno la tua dimora e subito dopo io le seguirò! Non ti toglierò gli occhi di dosso per un solo istante e sarà meglio che quanto detto non sia solo frutto di un piano mal congegnato, perché sebbene io sia un curatore, in te non vedo nulla che valga la pena di essere salvato!>>esclamò. Goreha digrignò i denti ma accettò la proposta di Reilhan, liberando l’ingresso dalla presenza dei suoi rovi e creando così un passaggio sicuro per le due ragazze. Elesya in un primo momento non fu d’accordo nel lasciare indietro il Novizio, poi però ripensando alle condizioni della sua amica, si convinse che abbandonare il castello al più presto fosse la soluzione migliore. Con l’aiuto della creatura non morta, riuscì a sollevare il corpo della guerriera per poterlo spostare più comodamente. Non fu semplice issarla sul dorso dell’animale e al contempo cercare di non riaprire le ferite parzialmente medicate. Un attimo prima di lasciare il castello, la maga si guardò indietro, informando il compagno che di lì a breve si sarebbe incamminata. Reilhan non si voltò, tuttavia un cenno del capo fu sufficiente per lei. Quando il piccolo gruppo fu sul punto di varcare l’uscio di vetro e ferro, la terra sussultò e dal pavimento nacquero nuove radici irte di spine, che sbalzarono la guerriera dalla bestia. La maga invece fu investita in pieno dall’orda spinosa, il cui veleno le penetrò nella pelle, paralizzandola. Come conseguenza del rito, le anime di Elesya e della bestia erano state legate, quindi - così come la sua padrona - anche la creatura risentì della paralisi e piegata sulle zampe, guaì dolorante. Reilhan si girò, preoccupato per la sorte toccata alle sue amiche e in quell’unica frazione di secondo in cui le difese del Novizio si abbassarono, Goreha ne approfittò per colpirlo a tradimento, scaraventandolo in fondo alla stanza. Contemporaneamente, afferrò il corpo svenuto della guerriera e innalzandolo come fosse uno scudo, minacciò di trafiggerlo se Reilhan non si fosse subito arreso. <<Ho sempre avuto una predilezione per i curatori!>> asserì, << La loro fede cieca per la vita, gli annebbia il cervello e li rende delle facili prede>>. Il Novizio si alzò a fatica a causa del violento impatto, nonostante la sua magia lo stesse già guarendo. Poi osservando la regina, notò che il corpo della sua amica penzolava a mezz’aria, stretto tra le grinfie di Goreha. Il volto pallido della guerriera annientò la fermezza del ragazzo, la cui preoccupazione per le sorti di Xera, ebbe il sopravvento. <<Dovevi uccidermi quando ne hai avuta la possibilità!>> affermò e ghignando, iniziò a giocare con il corpo della giovane leva. <<Lasciala stare!>> urlò Reilhan, ma la regina lo ignorò, forte della nuova vittoria conseguita. <<Perché altrimenti che cosa mi farai?>> domandò schernendolo mentre con gli artigli lacerò le bende che avvolgevano la ferita sull'addome della fanciulla. <<OPS, che maldestra!>> disse e la ferita riprese a sanguinare. <<Detesto le bambine! Pensano che la loro bellezza possa durare per sempre; non sanno invece che così come la vita, questa può svanire in un attimo. Un lieve movimento delle mie mani e il suo volto sarebbe sfigurato per sempre; una stretta più decisa e non camminerebbe mai più>> aggiunse. Reilhan tremò. La regina allora sollevò Xera per osservarla meglio <<Capelli rossi come il fuoco e viso impudente, proprio il genere di donna che non sopporto>> sentenziò. <<Guarda, guarda!>> blaterò all'improvviso <<Non sei poi così giovane come volevi farmi credere!>> mormorò fissandola più da vicino. Il Novizio non comprese i discorsi di Goreha e approfittando della momentanea distrazione, riprese possesso del maglio.<<Anche se ben nascosta, ecco una bella ciocca bianca tra i tuoi orribili capelli!>>affermò e Reilhan rimase immobile. Sapeva bene che sulla testa della ragazza nessuna ciocca era mai stata candida, sapere quindi che adesso invece qualcosa era cambiato, lo spinse ad affrettarsi, consapevole che Xera non si era arresa e che a modo suo stava reagendo. Corse velocemente e si scagliò contro il grosso rettile, colpendolo tuttavia di striscio poiché dotato di notevoli riflessi, benché le fattezze del suo corpo inducessero a pensarla diversamente. <<Sciocco! Hai condannato a morte la tua amica!>> tuonò Goreha. Poi sollevando Xera, la adagiò sulla spina rossa che pulsava sul suo petto e poco prima di pugnalarla, aggiunse <<Dille addio!>>. Una spinta decisa e infine una lunga e sonora risata raggelante. Reilhan cadde in ginocchio. Ancora una volta non era riuscito a difendere i suoi amici e di nuovo era stato costretto a guardare inerme, l’epilogo della loro vita. Una limpida lacrima rigò il suo volto; l’ultima volta che aveva pianto fu per la morte di Hila, cui era seguito un giuramento che di nuovo non aveva mantenuto. <<Mi piacerebbe sapere …>> disse una flebile voce che interruppe l’esultanza della regina, << come mai, tutti quelli che pensano di aver vinto, si perdono poi in chiacchiere. Non pensi che prima di festeggiare, bisogna quantomeno accertarsi di aver realmente ucciso il proprio avversario?>>. Il Novizio riconobbe la voce, seppur debole: era Xera che con le sole mani aveva fermato la sua esecuzione, poco prima che la spina scarlatta la trafiggesse. Goreha strinse gli occhi, riducendoli in due sottili fessure. Una furiosa rabbia la prese e con forza cercò in tutti modi di finire ciò che aveva iniziato. La presa della guerriera però era salda e per quanto ci provasse, niente riuscì a smuoverla. <<Com'è possibile! Maledetta ragazzina; muori una buona volta! >> gridò a gran voce. Xera allora serrò le mani intorno alla spina e imprimendole tutta la forza che l’era rimasta, iniziò a tirare. La regina gemette dal dolore e la guerriera comprese di aver finalmente scovato il suo punto debole. <<Alzati Rei!>>gli intimò <<E preparati a colpirla! Non c’è tempo per frignare, ora!>> aggiunse. <<E chi sta frignando? È bello costatare che nemmeno le ferite mortali riescono a ingentilirti>> rispose asciugandosi gli occhi con il polso e impugnando il maglio. La regina tentò di allontanare la guerriera dalla spina, ma la forza di Xera non glielo permise. Con una mano la fanciulla continuò a tirare, mentre con l’altra la investì nel punto in cui la spina si congiungeva al resto del corpo, staccandola violentemente. Goreha urlò ma Xera non le dette modo di riprendersi dal colpo subito e rivolgendole contro la rossa spina, la trafisse proprio al centro del petto. <<Adesso!>> esclamò cadendo a terra, finalmente libera dalla morsa della regina. Reilhan subito infiammò il maglio e usando alcune macerie accanto a lui, si diede la spinta sufficiente per volare sul corpo della regina e martellarla proprio sulla spina, quasi fosse un lungo chiodo. Le fiamme bianche avvolsero Goreha, che si dimenò a lungo urlando a squarciagola. Presto però sopraggiunse la bestia non morta e con un movimento rapido della mascella, serrò le fauci attorno al suo collo e la decapitò senza pietà. Goreha era stata sconfitta e questa volta per sempre. Xera non riuscì a rialzarsi e così i suoi amici, poiché con l’ultimo attacco avevano dato fondo alle loro energie. Reilhan tuttavia riuscì a medicare le sue ferite più gravi, trascurando le superficiali per non sprecare il poco potere rimastogli. In seguito liberò Elesya dagli influssi del veleno, seppur fosse quasi del tutto svanito dopo la morte della regina. E infine si avvicinò alla guerriera riversa al suolo, che stranamente rideva compiaciuta. Per prima medicò la ferita sull'addome, che aveva iniziato però a rimarginarsi forse per effetto della maledizione, ma la ragazza aveva perso molto sangue per cui avrebbe dovuto riposare per alcuni giorni, prima di poter tornare a combattere. <<Fammi un favore!>> disse Xera a un certo punto, <<In futuro ricordami di tenerti d’occhio in caso di pericolo, soprattutto se il nostro avversario dovesse essere una bella e seducente lucertola>> aggiunse ghignando. Anche Elesya sorrise e Reilhan per una volta non replicò. Dopo averla curata, la prese tra le braccia sollevandola con facilità, essendo Xera una fanciulla minuta e delicatamente la issò sul dorso della bestia. <<Il tuo nuovo amico è spaventoso!>> esclamò Reilhan, osservando la creatura con attenzione, <<Senza offesa!>> aggiunse, temendo l’animale ma questi lo ignorò, grattandosi con la zampa il retro di quello che doveva essere il suo orecchio. Elesya e Reilhan recuperarono i pochi beni sopravvissuti alla battaglia: i mantelli erano ormai troppo logori e le vesti da rammendare. Il Novizio infine, si rivestì con ciò che rimase della sua camicia e proprio lì a pochi passi dalla bisaccia, intravide qualcosa brillare. Il pugnale di Xera era incastrato in una fessura del pavimento e recuperalo fu uno scherzo. Ultimati quindi tutti i preparativi, i tre ragazzi s’incamminarono non prima però, di aver assecondato uno strano desiderio della guerriera. <<Voglio quella spina!>> disse indicando il bagliore intenso al centro della sala. Quello che doveva essere stato il cuore di Goreha, era infine diventato l’arma che le aveva tolto la vita, alla quale Xera non aveva alcuna intenzione di rinunciare. La spina scarlatta non aveva perso la sua lucentezza, sebbene la regina fosse deceduta e questo convinse la guerriera che il potere di cui era investita, non avesse nulla a che fare con Goreha. <<Che ti salta in mente? Si può sapere a cosa ti dovrebbe mai servire quell'oggetto?>> obiettò il Novizio, tuttavia afferrando la spina dai resti del corpo bruciato e porgendola alla giovane leva.<<Che domande sciocche, voglio farne una spada!>>.Magazine Fantasy
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