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Xera, la ragazza con la spada (pag.28)

Da Valeria Ricci @iside2184
Nonostante la ferita, Reilhan riuscì a evitare i successivi attacchi della fanciulla, tuttavia, i suoi movimenti diventarono più lenti, avendo perso troppo sangue. Cercò molte volte di condurla alla ragione, parlandole o ricordando le avventure vissute insieme, ma fu tutto inutile poiché Xera sembrò esserne indifferente. Pur essendo i colpi sempre più violenti, il Novizio decise di non contrattaccare, temendo di ferire la sua compagna o renderla ancora più nervosa, ma le forze iniziarono a venirgli meno, mentre Xera guadagnava terreno. Sentì chiaramente di essere sul punto di svenire perché la vista cominciò ad annebbiarsi e così altri due tagli, ormai impossibili da schivare, solcarono il suo corpo: Reilhan era riverso al suolo esausto, il sangue continuava a scorrere dalle ferite e la vita lo stava lentamente abbandonando, così come ultimo tentativo disperato, iniziò a declamare l’antica preghiera, sulla quale si era esercitato per lungo tempo, pur temendo che sarebbe stato, forse, tutto inutile. Non appena pronunciò il primo verso dell’incanto, la fanciulla parve risentirne, come fosse stata bloccata da delle catene invisibili, alle quali cercò ardentemente di sottrarsi con la forza, senza però riuscirci. Reilhan allora, decise di continuare e con il verso successivo, si materializzarono dei bracciali di pura energia, che andarono a posizionarsi ai polsi della ragazza: quando, tuttavia, sfiorarono la sua pelle, le procurarono un grande dolore, al punto da indurla ad urlare a squarciagola e ad abbandonare la spada che stava impugnando. Man mano che la preghiera proseguiva, la richiesta di energia aumentava e nel momento più difficile dell’arcano rito, il giovane Novizio si rese conto che non avrebbe potuto portarlo a termine. Anche la fanciulla lo capì e liberandosi dalla magica prigione, con estrema facilità, rientrò in possesso della sua arma, decisa a eliminare definitivamente il debole avversario. <<Non avrai un’altra possibilità, Curatore>> gli disse, con una voce diversa e molto più fredda: Xera strinse la spada e con un rapido movimento, si fiondò sull'ormai inerme Novizio, ma non ebbe il tempo di ferirlo perché un ululato lontano la assordò, come fosse il rumore più molesto al mondo. Il suono diventò molto intenso, così come il dolore della ragazza, Reilhan sapeva che Chundra si stava avvicinando e così sentendosi al sicuro, svenne sfinito. La divinità non era sola, con lui arrivò anche Elesya, che durante la ricerca, aveva incrociato l’Hulfùr, informandolo della situazione: deciso quindi a ritrovare Xera, si era offerto di trasportare sulle sue spalle, la giovane maga, aiutandola così negli spostamenti. Avevano poi vagato a lungo fino a quando, Chundra non udì la preghiera del Novizio, percependo l’esiguo potere che restava al ragazzo; ci mise poco per raggiungerlo, temendo il peggio e una volta al lago, intervenne prontamente, usando la sua magia per bloccare i movimenti di Xera. Elesya non poté credere a quanto aveva visto: la sua amica era diventata un’altra persona, la stessa che aveva quasi ucciso Reilhan, ferendolo gravemente. Mentre la bianca fanciulla, cercava di liberarsi dalla forza che la imprigionava, Elesya ne approfittò per raggiungere il Novizio, prestandogli così un primo soccorso, Chundra invece, dopo aver recitato delle formule di protezione per i due ragazzi, decise di contrattaccare Xera, ormai sul punto di diventare una Chimera. <<Per nessuna ragione, dovrai uscire dallo scudo che ho creato intorno a voi>> spiegò a Elesya, <<Solo così saprò che siete al sicuro; non lasciare che il dispiacere o la paura, compromettano ulteriormente questa situazione … Posso fidarmi ragazza?>>, <<Hai la mia parola, se questa è l’unica cosa che posso fare per aiutare te e i miei compagni, la farò! Ti prego però, di promettermi al contempo, che farai tutto il possibile per restituirmi la mia migliore amica>>.L’Hulfùr osservò attentamente Xera <<Ci proverò, anche se bloccare un processo di mutazione così inoltrato, non sarà una cosa semplice, ma se rispetterai il mio volere, tutto andrà bene>>Chundra cominciò a girare attorno alla ragazza canuta, studiandone i movimenti e la nuova fisionomia, <<Stammi lontano bestiaccia>> gli intimò Xera, strattonando catene invisibili, <<Mi dispiace ma non posso esaudire il tuo desiderio, dovrai abituarti alla mia presenza, poiché sarà l’ultima cosa che vedrai prima di sparire per sempre>> rispose minacciandola. Xera allora, presa dal panico e da una crescente rabbia, iniziò ad agitarsi con più violenza, avendo percepito il grande potere dell’essere che si parava dinanzi, << Sei un vigliacco, mi tieni prigioniera perché hai paura della mia forza, liberami e combatti lealmente sciocca bestia >>. Chundra tuttavia, era furbo e non cedette alle provocazioni della ragazza, così comprendendo che non avrebbe potuto ottenere la libertà con le sole parole, la fanciulla decise di rientrare in possesso della sua lama, abbandonata a pochi passi da lei: l’Hulfùr però, anticipò Xera e prendendo l’arma con il muso, la scaraventò nel lago. Quando anche l’ultimo piano fu sventato, la ragazza urlò in preda alla rabbia, maledicendo il suo avversario e strattonando con maggior veemenza, le catene magiche che la imprigionavano. Fu proprio allora che Chundra le disse<<Tu bieca creatura maligna, ti sei approfittata della debolezza del corpo che ti ospitava, per prenderne il sopravvento, ma il tuo malsano desiderio di sangue, ti ha impedito di fuggire lontano, dall’unica persona che avrebbe potuto distruggerti; sarà un piacere per me eliminarti, ora che ti sei mostrata>>. La divinità recitò l’antica preghiera insegnata al Novizio; dopo ogni verso, una fune prendeva forma e intrappolava la ragazza, la quale non poté fare altro che contorcersi dal dolore. Al culmine del rito, l’aspetto di Xera iniziò a cambiare: i capelli si tinsero nuovamente di un rosso scarlatto, le iridi dei suoi occhi, invece, ritornarono verdi come i campi di Dalihan, mentre la veste bianca che la ricopriva, svanì quasi fosse fatta di fumo, lasciando il corpo della fanciulla, nudo, ma dal colorito roseo. Chundra la prese sulle spalle, poiché priva di sensi, accompagnando i giovani amici presso la sua dimora; non appena giunti, curò subito Reilhan, facendo sparire dal suo corpo, i segni del combattimento, con la sola eccezione del taglio sul petto: non poté cancellare, quella lacerazione, poiché era la più profonda e quindi la più difficile da rimarginare, tuttavia, a parte l’appariscente cicatrice, tornò come nuovo. Elesya, intanto, rivestì la sua amica, con l’uniforme che aveva ritrovato a pochi metri dalla caverna, poi preoccupata per la salute di Xera, chiese ulteriori spiegazioni alla divinità. 
<<Come mai il suo corpo ha subito quella trasformazione così spaventosa?>>, <<Temo che sia stata tutta colpa della luna piena>> rispose l’Hulfùr pensieroso, <<Dovremo quindi temere che tutto si ripeta ad ogni plenilunio?>>, <<Non posso escluderlo, forse però, l’effetto è stato accentuato dalla debolezza in cui versava la ragazza>>.Poi dopo una breve pausa, continuò <<Questa è solo una mia supposizione: la luna e il sole influenzeranno sempre la vostra compagna, solo lei potrà decidere se in bene o in male>>. Elesya parve molto turbata dalle parole di Chundra e dopo aver visto gli effetti di una mutazione, iniziò a temere che la sua amica, non sarebbe più stata la ragazza incontrata, mesi addietro, al porto di Libra. <<Sono certo che quella testa calda, una volta sveglia, sarà più cocciuta di prima! Vedrete!>>intervenne Reilhan, ritemprato quasi del tutto, <<Come ti senti Rei?>> chiese preoccupata la fanciulla, <<Benissimo, se non fosse per la mia camicia distrutta però, starei anche meglio>> e tutti sorrisero rasserenati.

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