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XIX MEDFILM Festival

Creato il 19 giugno 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Al via il XIX MEDFILM Festival

Nella cornice di Villa Borghese, Caterina D’Amico, direttrice della Casa del Cinema introduce amichevolmente Ginella Vocca, come il più “anziano” direttore artistico di festival in Italia, che taglia il nastro della diciannovesima edizione del MedFilm Festival; l’edizione 2013 del festival cinematografico più antico della Capitale si svolge in estate (a differenza delle passate edizioni, che avevano luogo in ottobre) ed è dedicata alla Croazia, la cui entrata nell’UE avverrà il prossimo 1 luglio.

Ginella Vocca apre entusiasta, dichiarando “non stiamo nei panni per la gioia di aver realizzato questa diciannovesima edizione; siamo atterrati sul pianeta della consapevolezza, capaci di produrre un prodotto straordinariamente denso di contenuti” : con la collaborazione di un gruppo di giovani under 30 Ginella Vocca si dice soddisfatta della realizzazione di questa edizione, nonostante le difficoltà legate al largo anticipo che hanno portato a stringere i tempi nella selezione delle opere in cartellone; straordinari, severi, puntuali e generosi, così ha definito i membri del suo team, aggiungendo che bisogna smettere di pensare che le cose accadano soltanto altrove.

Presente alla conferenza stampa c’è Lucio Battistotti, Rappresentante della Commissione Europea in Italia, che introduce il festival dal punto di vista istituzionale sottolineando l’opportunità straordinaria per la città di Roma di avere una finestra così ampia sul Mediterraneo: l’Europa unita è da sempre un sogno, nonostante oggi sia percepita come una “matrigna”; imparare a condividere le diverse culture attraverso una sintesi che possa arricchire le esperienze individuali di ognuno, è fondamentale oggi più che mai, per parlare una lingua comune. Il cinema rappresenta uno dei linguaggi di questa cultura condivisa: trascorrendo buona parte del tempo a Bruxelles Battistotti ha avuto modo di osservare che la programmazione nei cinema è molto più varia, ci sono parecchie produzioni europee, a differenza di Roma (dove sembrano avere la meglio quelle americane); ecco perché rassegne cinematografiche come il MedFilm festival sono un’occasione importante per dare visibilità alle diverse sponde del Mediterraneo.

Battostotti prosegue spiegando che i Balcani e la sponda Nord del Mediterraneo “sono il nostro referente naturale”, in quanto nostri vicini: “dobbiamo renderci conto che il nostro futuro è lì, e che una nazione con cresce a scapito delle altre ma insieme alle altre”. Dopo l’entrata della Slovenia nella UE, arriva la Croazia; la Serbia è alla vigilia dei negoziati di adesione e anche per il Kosovo si sta lavorando; ma nonostante la vicinanza geografica e politica, quanto si conosce della Cultura di questi Paesi? Conoscerci reciprocamente è importante, “sia nelle nostre diversità che in quei pezzettini di storia comune” che abbiamo avuto nel passato.

Lucio Battistotti cede la parola all’Ambasciatore della Croazia in Italia, Damir Grubisa, professore di Italianistica all’Università di Fiume, commosso per la visibilità concessa al suo Paese nell’ambito della rassegna, poiché il cinema croato da sempre rappresenta la coscienza critica della vita quotidiana.

Grubisa, nato a Fiume e attento alla dimensione europea dei Balcani, ribadisce l’importanza dell’entrata in Europa e guarda al Mediterraneo come luogo di contatto (“metti il dito nel mare e sei connesso con tutto il mondo”) e progetto di pace, al fine di superare i conflitti e ancora di più le lotte di potere, i domini, gli imperialismi che hanno fomentato i nazionalismi locali. Uno dei tratti del nazionalismo croato, spiega Grubisa, è sempre stato quello di pensare alla Croazia come uno stato mitteleuropeo; in realtà la Croazia ha tre anime, quella balcanica, quella mediterranea e quella mitteleuropea; oggi la giovane nazione vuole fare da ponte alle altre nazioni balcaniche che si avviano ad entrare in Europa ed esprime gratitudine all’Italia che la sta affiancando in questo progetto.

La pace, continua Grubisa, porta benessere per tutti e sebbene siamo in un momento storico di crisi, si augura che l’Europa si consolidi: “ la pace non è soltanto l’assenza della guerra, è uno stato dello spirito e per arrivarci c’è bisogno di benessere per tutti e di solidarietà.”

Il cinema croato ha sempre cercato di svincolarsi dal realismo socialista: il filone cinematografico sulla lotta partigiana anti-fascista non è pura iconografia ma la ricerca di spunti critici che vogliono far pensare al destino umano; Grubisa definisce il cinema croato di oggi come “vibrante”, ricco di co-produzioni anche con Bosnia, Serbia e Slovenia. Si producono mediamente 10-12 lungometraggi all’anno che trattano temi legati alle problematiche della privatizzazione, ai nazionalismi e ai nuovi ricchi; la nuova generazione di cineasti si è formata alla scuola di Praga, e dal Maestro MilosForman hanno appreso l’ironia sottile, che si ritrova nelle loro opere.

Al regista croato Veljko Bulajic sarà conferito uno dei due Premi alla Carriera di questa edizione, il 28 giugno prossimo, artista di fama internazionale, precursore del sottogenere spettacolare ed epico del cinema jugoslavo sull’epopea partigiana; il suo ultimo lavoro, Libertas-La festa dei folli del 2006 è una co-produzione italo-croata ambientata nel sedicesimo secolo, in pieno Rinascimento, e dedicato alla figura del drammaturgo Marin Drzic che, in conflitto con le autorità politiche della Repubblica di Ragusa (Dubrovnik) cerca aiuto nella Firenze di Cosimo De’ Medici per instaurare una nuova democrazia popolare, che metteva in pratica i presupposti teorico-politici di Machiavelli.

Ginella Vocca chiude la prima parte della conferenza stampa auspicando un’immediata ricaduta pratica dell’entrata in UE della Croazia, a partire dai prezzi dei biglietti per raggiungerla, ancora troppo cari rispetto alla poca distanza e estende il discorso alla pace e alle relazioni, perché “impedire gli spostamenti è un modo per impedire le relazioni”.

E’ bella questa idea di Europa, dove le diversità contribuiscono alla co-costruzione di una Cultrua condivisa che non sia la semplice somma delle Culture delle singole nazioni, ma la possibilità per tutti di attingere ai singoli patrimoni culturali per rielaborarli e sviluppare un linguaggio comune.

Anna Quaranta

 


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