Magazine Cinema

XXI Med Film Festival: Story of Judas di Rabah Ameur-Zaïmeche (Concorso Ufficiale)

Creato il 08 novembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
Story of Judasplay video
  • Anno: 2015
  • Durata: 99'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Rabah Ameur-Zaïmeche

Non utilizzerà chi scrive per definire lo stile di Rabah Ameur-Zaïmeche un aggettivo molto inflazionato in questi giorni in cui si è celebrato il quarantennale della scomparsa del poeta di Casarsa, anche perché qui non ce n’è bisogno, anzi se proprio si dovesse cercare una parentela autorevole al quinto lungometraggio del regista franco-algerino, Story of Judas, questa è da rintracciarsi nell’ultimo film del padre del Neorealismo, Rossellini, che proprio con Il messia concludeva una ricca carriera che l’aveva visto mutare diverse volte pelle, indirizzandosi, in ultimo, verso un cinema divulgativo che aveva a cuore la formazione del pubblico, visto come corpo plasmabile da educare (nel senso nobile dell’operazione, e non, evidentemente, persuasivo).

La variante della lettura della vita di Giuda, seppur foriera di una rappresentazione alternativa delle vicende narrate dai racconti biblici, non costituisce il vero elemento di rottura proposto da Ameur-Zaïmeche, piuttosto sono la riduzione e l’umanizzazione dei personaggi, primo fra tutti Gesù, il rabbino, a comportare una diversa e più laica visione delle vicende tramandate dalla tradizione evangelica. Certo, qui Giuda (interpretato dallo stesso Ameur-Zaïmeche) non solo non tradisce il suo Maestro, ma ne è il più fervido discepolo, lo accompagna nei suoi itinerari in terra d’Israele, e, addirittura, lo vediamo, proprio all’inizio del film, caricarsi sulle spalle il Messia, stremato dopo i quaranta giorni di traversata del deserto. Sempre Giuda aiuta Gesù a rovesciare i banchi dei mercanti fuori dal tempio, e, ante litteram, viene predicato il diritto alla libertà degli animali, tenuti in gabbia, pronti per la vendita. Altra questione rilevante proposta da questa originale versione della storia del vituperato discepolo è il fatto che, avendo sorpreso uno scriba a trascrivere tutte le parole pronunciate dal nazareno in occasione degli incontri con i suoi sostenitori, Giuda fa di tutto per impossessarsi di quelle testimonianze e distruggerle, quasi a non voler lasciar traccia alcuna dell’insegnamento del suo maestro, le cui espressioni vengono definite “leggere come un volo di rondine”. E su questo episodio si potrebbe aprire un capitolo enorme sulla superiorità della tradizione orale rispetto a quella tramandata attraverso la scrittura. Assai riuscito è anche il personaggio di Ponzio Pilato, che, durante il processo, dialoga sommessamente con l’imputato, rendendo sorprendentemente simmetrico il rapporto, e sembra quasi di assistere all’incontro di due notabili portatori delle loro reciproche istanze, in un botta e risposta che, demistificato, assume una valenza ulteriore, nella misura in cui Gesù si appresta a intraprendere il suo fatale destino. Altra figura che fa la differenza è Barabba (interpretato da un ipnotico Mohamed Aroussi) – qui un folle visionario che delira sul proprio ruolo di ‘Re dei Giudei’ affidatogli da Dio in persona -, che, dopo che si è consumato il funesto esito della vita del rabbino, si produce in un estenuante tentativo di sradicamento delle croci situate sul Golgota, quasi a voler cancellare le tracce di una Storia che pesantemente si posa sulla coscienza del popolo d’Israele. Giuda alla fine s’insinua nel sepolcro dove è stato deposto il corpo del suo Maestro, ma, non trovandovi la salma, si introduce lui stesso nel loculo, avvolgendosi nelle bende che ne avevano fasciato il corpo. Dunque Giuda non tradisce e non s’impicca, anzi è proprio a partire dal suo ultimo disperato gesto che prende forma la finale, sfuggente, ma piena di speranza, immagine in cui il Messia ritorna a calpestare la terra dopo la sua dipartita.

Rabah Ameur-Zaïmeche dirige con sobrietà e sicurezza questa personale rivisitazione delle vicende bibliche, il suo è uno sguardo che ‘despettacolarizza’ tutto il materiale rappresentato, penetrando tra le pieghe della Storia, che viene neutralizzata e restituita alla sua originaria dimensione di flusso, operando un’attualizzazione dei fatti rappresentati, e coinvolgendo non poco lo spettatore, a cui si fa ‘il torto’ di non riferire quanto si aspettava di sentire. Più che un film sulla vita di Gesù e Giuda, quello di Ameur-Zaïmeche sembra un saggio critico su di essi. Ottimo film, dunque, che merita senza dubbio un’accurata visione.

Luca Biscontini

GUARDA IL TRAILER >>



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :