Dal primo Congresso Nazionale (Trieste-Postumia, 1933) con cadenza quadriennale, la manifestazione in oggetto è un evento unico nel panorama nazionale rappresentando un fondamentale momento di incontro e confronto sulle ricerche e le esplorazioni svolte in Italia e all’estero. Ogni Congresso è stato negli anni contraddistinto da un tema principale, filo conduttore delle varie tematiche coinvolte dalle ricerche speleologiche.
Il tema proposto, dagli organizzatori Società Speleologica Italiana, Federazione Speleologica Campana e Gruppo Speleo Alpinistico Vallo di Diano, per il XXII Congresso Nazionale 2015 “Condividere i dati” intende mettere in luce l’imperativa necessità di rendere fruibili alla comunità le conoscenze assunte dagli speleologi. I dati raccolti nelle molte discipline di interesse speleologico devono essere cioè veicolati e tradotti per un pubblico più ampio, al fine di rendere l’intera comunità (amministratori e residenti) un unicum indissolubile col proprio territorio. Proprio l’indissolubile connubio tra ricerca speleologica e gestione di un territorio caratterizzato da evidenze carsiche, ha portato i soggetti proponenti summenzionati ad individuare i comuni di Pertosa e Auletta come location ideale per il prossimo Congresso. Infatti, se a cavallo del secolo scorso il Carucci fu il primo ad evidenziare peculiarità della Grotta di Pertosa e Auletta ancora oggi di estrema rilevanza nel panorama archeologico, antropologico e paleontologico nazionale, è altresì indiscutibile che essa rappresenti anche la scintilla che, dalle prime esplorazione del 1924 ad oggi, ha permesso di scoprire uno dei principali sistemi carsici a livello nazionale.
I massicci degli Alburni e del Cervati unitamente alle zone del Basso Cilento, non a caso cornici del Parco Nazionale, sono state da ultimo riconosciute anche a livello internazionale dall’UNESCO ed inserito nella rete dei Geoparchi quali “territori caratterizzati da un patrimonio geologico particolare da cui discerne una strategia di sviluppo sostenibile”.
Citando G. Ferrarese:” non è facile far capire che il mondo sotto di noi è altrettanto bello e ricco di meraviglie di quello esterno, che la sua esplorazione ed il suo studio sono quanto di più affascinante e stimolante la natura possa offrire che i fortunati che hanno modo di conoscerlo conservano per sempre un punto diverso sulla realtà, un occhio nuovo sul paesaggio esterno, una visione del mono e delle persone che lo popolano più completa e globale, una sorta di “pensiero tridimensionale” nell’indagare ciò che li circonda”.
Gli occhi disincantati degli speleologi, i loro studi, le esplorazioni hanno permesso di tradurre le geometrie del paesaggio carsico spiegandone la genesi, le peculiari fragilità ma soprattutto diffondendo le idonee conoscenze necessarie per operare le corrette scelte per la sua tutela e salvaguardia.
Vai al sito del Congresso:
http://www.congressospeleo2015.org/