Xylella, l'ombra del complotto con le multinazionali. I pm:
"Il batterio importato durante un convegno"Xylella, l'ombra del
complotto con le multinazionali. I pm: "Il batterio importato durante un
convegno"
(ansa)
I magistrati leccesi sono convinti che, al contrario di
quanto sostenuto da Università e Istituto agronomico del mediterraneo (Iam), il
batterio sia stato importato dallo Iam nel corso dell'evento nel 2010
di GIULIANO FOSCHINI
20 dicembre 2015
Mettiamola così: se ha ragione la Procura di Lecce, si
tratta del più grande complotto mai realizzato da attori istituzionali ai danni
di un territorio e della loro principale ricchezza: la natura. Università,
politica, centri di ricerca, multinazionali, tutti insieme per un piano
diabolico e infame. Se invece i magistrati di Lecce stanno sbagliando, si
tratta di un attacco violentissimo alla scienza. Per capire come stanno le cose
sarà quindi necessario aspettare le prossime settimane, quando altre
istituzioni, a partire dall'Unione europea passando dal governo italiano,
dovranno evidentemente dire qualcosa. Prendere una posizione. Perché mai come
in questo momento è opportuno sapere.
La prima domanda da farsi è: il batterio della xylella causa
l'essiccamento degli ulivi? Su questo la comunità scientifica aveva pochi
dubbi: sì. E invece la Procura, sulla base di altre perizie, nel decreto di
sequestro spiega esattamente il contrario. "E' stata fornita una falsa
rappresentazione della realtà con riguardo all'asserito, ma assolutamente
incerto, ruolo specifico svolto dalla xylella fastidiosa nella sindrome del
disseccamento degli alberi di ulivo - si legge negli atti - e con riguardo
all'asserita, ma assolutamente incerta, presenza nel Salento di una popolazione
omogenea del batterio e della sua recente introduzione dal Costa Rica. I
magistrati sono convinti che, al contrario di quanto sostenuto da Università e
Istituto agronomico del mediterraneo (Iam), il batterio sia stato importato
dallo Iam nel corso di un famoso convegno del 2010. Che dai documenti che
attestavano l'ingresso in Italia della xylella "emergessero gravi
irregolarità". E che la documentazione originale non è mai stata ritrovata
anche perché i ricercatori dello Iam avrebbero finto di cercarle nel corso
della perquisizione.
Ma non basta: la Procura, senza per il momento fare
contestazioni formali, nota due cose: la prima è che ci sono interessi nella
diffusione del batterio. Chi, per esempio, ha puntato su nuovi tipo di
coltivazioni dell'olivo come la Sinagri srl, spin off dell'Università di Bari,
che lavora con Iam e Basile Caramia, gli enti incaricati dei controlli sulla
xylella. E che ha tra i suoi 'amici' i professori Vito Savino, all'epoca
preside della facoltà di Agraria; Angelo Godini, "fautore
dell'eliminazione del deviato degli alberi di ulivo e in particolare di quelli
monumentali ", e Giovanni Paolo Martelli, "lo stesso che poi
suggerirà, in base a una mera "intuizione" di fine agosto 2013, di
indagare la presenza della xylella quale causa dei fenomeni di disseccamento
dell'ulivo".
"Savino, Godini e Martelli - scrive ancora la Procura -
condividono peraltro un medesimo approccio culturale nell'Accademia dei
Georgofili, di cui fa parte anche il professor Paolo De Castro, già ministro
dell'Agricoltura e attualmente eurodeputato, che ha riferito in commissione
proprio sulla questione xylella". Negli atti è poi raccontato uno strano
episodio: nel 2010-2011 in Salento si tengono "campi sperimentali di nuovi
prodotti contro la 'lebbra dell'olivo', epoca prima della quale - nota la
Procura - non era esploso il fenomeno del disseccamento rapido". Per
questo motivo li ministero autorizza l'uso di alcuni diserbanti particolari,
per un periodo limitato di qualche mese, in zone specifiche del Salento.
La Forestale ha contattato alcuni dei proprietari dei
terreni e altri testimoni: raccontavano di aver visto in quel periodo persone
che "in abiti civili, con tute bianche modello 'usa e getta' in dotazione
alla polizia scientifica, si aggiravano fra gli olivi con in mano dei barattoli
di colore blu e bianco. Effettuavano anche alcune manovre, alla base degli
alberi". Gli alberi avevano dei cartelli. Bene: durante il sopralluogo
della polizia giudiziaria, si è notato che "la maggior parte degli alberi
di olivo, sui quali erano stati appesi i cartelli, erano quasi completamente
bruciati: alcuni mesi addietro si era sviluppato un incendio". Strano,
perché aveva colpito alcuni alberi e alcuni no.
"Sembrerebbe che abbiano colpito - dice la procura
soltanto quelli legati alla sperimentazioni della "Lebbra dell'olivo"
ovvero la prove in campo del Roundpop Platinum della Monsanto. L'incendio
dovrebbe essere dunque di natura dolosa con finalità di eliminare ogni
possibile traccia di quanto fatto sugli alberi ". Che cos'è la Monsanto?
E' un leader nella realizzazione dei pesticidi. Ed è la stessa ditta che
finanza un convegno sulla xylella nel 2010, nel quale
"presenta un
progetto di nome Gipp per la buona pratica di diserbo nell'oliveto di
Puglia". La pratica prevede una serie di interventi compreso l'uso di un
diserbante totale che serve per mantenere "pulito da erbacce
l'oliveto". Bene, si tratta proprio del Roundpop, lo stesso che avrebbe
potuto bruciare quegli ulivi. E' la stessa società che nel 2007 ha acquisito la
società "Allelyx - scrive la Procura - Parola specchio di
xylella...".
Fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/12/20/news/xylella_procura-129867787/
Magazine Ecologia e Ambiente
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