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Xylella: Ministro Martina ecco come fare a contenere e fermare il CoDiRo

Creato il 01 gennaio 2016 da Antoniobruno5

Eccellenza Ministro Martina,

ho letto sul Quotidiano di Puglia
http://www.quotidianodipuglia.it/regione/xylella_emergenza_ulivi/notizie/1760847.shtml che Lei ha scritto nei giorni scorsi una lettera indirizzata al governatore Michele Emiliano per chiedergli di «poter conoscere presto i nuovi orientamenti di lavoro per il contrasto al batterio xylella che sta colpendo gli olivi del Salento».
Siamo tutti chiamati in causa da questa lettera e ho pensato a come avrei risposto io. Le riporto le mie proposte:
La prima cosa da fare è descrivere con elevato dettaglio la distribuzione attuale della vegetazione delle aree delle Province di Lecce, Brindisi, Taranto e Bari attraverso IL TELELERILEVAMENTO DI CUI SI RIFERISCE QUI:http://centrostudiagronomi.blogspot.it/2015/12/xylella-le-verita-terra-effettuate-dai.html
La seconda cosa da fare è ottenere dagli scienziati della Task Force di cui è segretario il collega Gianluigi Cesari le linee guida per il contenimento e controllo del CoDiRo. Le linee guida dovrebbero essere continuamente aggiornate con i risultati provenienti dai progetti di ricerca sul disseccamento degli olivi quindi si tratta di un Work in progress (spesso abbreviato con l'acronimo W.I.P.) che è un termine inglese traducibile come "lavori in corso".
La terza cosa da fare è la costituzione di un consorzio interaziendale obbligatorio (costituito per legge), finalizzato a creare una collaborazione tra imprenditori per lo svolgimento delle fasi dell'attività d'impresa agricola relative al contenimento del CoDiRo che dovrebbe essere l’Ente Attuatore delle Linee Guida elaborate dalla Task Force. Il Consorzio potrebbe rappresentare inoltre l’ente attuatore  della Ricerca Partecipata che sta trovando una sua importante applicazione in Puglia, con uno studio sullo stato di salute della popolazione di Manfredonia, città teatro, ormai quasi quarant’anni fa, di un gravissimo incidente industriale accaduto nell’impianto Enichem, dal quale si sprigionò una nube tossica contenente composti a base di arsenico di cui riferisco qui: http://centrostudiagronomi.blogspot.it/2015/12/nel-salento-il-modello-della-ricerca.html
A titolo di esempio per spiegare la necessità e l’urgenza di costituire il Consorzio riporto la discussione con l’amico presidente della Cooperativa Acli Enzo Manni:
Enzo Manni ha scritto: Continuiamo a trattare la straordinarietà con l'ordinarietà (che per inciso chi và realmente in campo sa bene il lavoro che da sempre si svolge) e l'approssimazione preferendo la pseudoricerca simpatica alla ricerca reale, professionale e dura. Vedremo dove si arriverà.
Antonio Bruno ha risposto: Caro Enzo Manni leggo solo ora il tuo scritto. Noi siamo stati, siamo e saremo sempre a disposizione della scienza. La ricerca sino ad oggi ha trovato sempre riscontro nelle nostre azioni, non abbiamo nulla da rimproverarci. Putroppo c'è l'abbandono e, di conseguenza, campi che non sono oggetto di nessuna pratica ordinaria nè di quelle che servono a contenere il disseccamento. Un esempio per tutti la pratica delle arature per il contenimento dell'insetto vettore che fece gridare e chiedere giustizia a tutti gli olivicoltori che le avevano fatte nei riguardi di quegli olivicoltori e agricoltori che avevano lasciato i campi incolti. Ripeto è proprio l'ordinario che manca a causa dell'abbandono totale o parziale delle campagne e per ovviare a questa piaga che ho formulato la proposta che hai letto. LA PROPOSTA E' QUELLA DELLA COSTITUZIONE DI UN CONSORZIO OBBLIGATORIO! Ho provato a dare il mio microscopico contributo. Spero possa servire. Approfitto dell’occasione per formulare gli Auguri di un 2016 in cui la salvaguardia e lo sviluppo del territorio vengano perseguiti con ancora più forza.
Antonio Bruno dottore agronomo  

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