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Yangon

Creato il 04 marzo 2016 da Cristina

Randagia nel mondo

YANGON 12 13  AGOSTO

Yangon

Arrivo

Il mio bus, partito alle 22.30 da Kyaikto, arriva alle 2 alla stazione Aung Mingalar di Yangon. Piazzale deserto, uffici delle compagnie sprangati. Non mi sento di farmi portare in città a quest’ora, perché non ho prenotato nulla, e le pensioni economiche in genere non hanno la reception aperta durante la notte. Liberatami dei taxisti, inizio a vagare cercando un posto dove fare mattina. Non ci sono sale d’aspetto comuni, ogni bugigattolo che vende biglietti di solito ha qualche sgabello dove la gente si accomoda prima di partire, ma non a quest’ora. L’unica luce accesa è quella di una compagnia superlusso, M Express Scania, mi avvicino e chiedo di potermi rintanare qui per qualche ora, l’impiegato è confuso, spiego la mia situazione, intuisce la mia angoscia e acconsente. Mi sdraio su 3 sedie di plastica, bersagliata dallo stillicidio di condensa di un condizionatore, e dormo sino alle 7. Lascio una mancia al mio angelo custode, che si schermisce e vorrebbe rifiutare. Un taxi mi accompagna per 7000 MMK sino alla Sule Paya

Dormire

La Sule Paya mi sembra essere il centro nevralgico della città, ho visto che ci sono in zona pensioni economiche, e inizio la ricerca, mentre l’alba tinge di rosa il cielo lattiginoso e la città lentamente si sveglia. Forse per via del poco riposo, non sono lucida e vago a casaccio, perdendo l’orientamento. Sono posizionata a sud ovest della pagoda, mentre invece alberghi migliori, anche se più cari, sorgono alcune centinaia di metri a nord est. Capito alla Okinawa Guesthouse, 15 USD una stanza pulita, ma molto piccola, senza bagno, e con il materasso direttamente a terra. Le parti comuni comunque sono molto ben curate, tuttavia.

La Mahabandoola Guesthouse, proprio a lato, è allucinante già da fuori, e dentro è anche peggio. Per fortuna le singole (8 USD) sono tutte occupate, altrimenti potrebbe venirmi la tentazione…

Yangon

Arrivo quindi alla Garden Guesthouse, dirimpetto, sporchissima pure questa. Della serie facciamoci del male, mi approprio di un cubicolo lurido per 13000 MMK, il peggiore del viaggio. Ho paura a sdraiarmi sul letto, anche protetta dal mio sacco lenzuolo. Le coperte, che più che altro hanno l’ampiezza di asciugamani grandi, sono maculate da chiazze giallastre, ed odorano di liquidi umani vari.

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Accanto alla mia stanza c’è uno sgabuzzino dove hanno lasciato nei bidoni sacchetti di pane vecchio; non puzzano, ma temo possano attirare topi e scarafaggi. Guardo storto un inserviente incontrato in corridoio, e dopo qualche ora i rifiuti spariranno. In effetti, recensioni postume su tripadvisor narrano di ratti morti incontrati sulle scale

Le scale, dicevo, sono il top. Dei gattini hanno ucciso un geko, che resterà in bella mostra, con la sua testa mozzata, per tutto il mio soggiorno, senza che nessuno si degni di spazzarlo via. Stesso discorso per una pozzetta di piscio umano, in un angolo su un pianerottolo.

Uniche note positive: i gattini, le finestre nella camera, non così scontate, il relativo silenzio, e la vista dal ristorante (stendo un velo pietoso sulla colazione)

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Unici motivi per rimanere: il prezzo e la posizione

Mangiare

Imbararazzo della scelta, e prezzi per tutte le tasche, soprattutto le mie

:)
Un sacco di localini sulla Mahabandoola Road (all’intersezione più o meno verso la 37a) dove vendono gustosi samosa e altri stuzzichini variegati. Sulla Anawratha Road ristoranti indiani nominati sulla Lonely Planet, ad esempio Nylar Biriani, 4900 MMK, molto pulito e frequentato, ma abbastanza caro.

Raccomando Golden Bell, una tea house vicino all’Aung San Market, fra Center Hotel e KFC, 1000 MMk una zuppa di noodles.

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Golden Land Chetty Restaurant, ottimo cibo indiano, proprio davanti alla mia Gueshouse, dall’altra parte della rotonda, 2200 MMK vegetable curry e dolcetti. 

Tutto intorno ai Mahabandoola Gardens, la sera, piccoli banchetti di cibo da strada, e venditori di frutta

Impressioni

E’ un dato di fatto che Yangon venga riconosciuta come poco attraente. Il mio giudizio anche sull’unica cosa degna di nota che propone, la Shwedagon Paya, è intiepidito dal fatto che arrivo qui alla fine del viaggio, dopo aver visto già centinaia di pagode e templi. Forse gioca un ruolo sfavorevole anche il tempo piovoso che mi tormenta durante la visita al luogo sacro. Niente alba, niente tramonto, come a Bagan. Ho invece gradito la camminata “coloniale” proposta da Lonely Planet, una immersione nel caos cittadino fra vecchi edifici multicolore, stradine ricolme di gente, banchetti di libri, il mercato del lungofiume, l’animata Strand Road, e, finalmente, un sole deciso che mi arroventa la pelle.

Escursioni

SHWEDAGON PAYA  

3000 MMK il taxi, più 8000 MMK di ingresso. Non posso dire che non mi abbia colpito, tuttavia forse mi aspettavo un’emozione diversa, qualcosa di più coinvolgente. L’atmosfera intrisa di fervore religioso, indubbia, non mi ha distratta dalla pioggerellina sottile. E’ stato bello, comunque, sedersi in mezzo ai fedeli in preghiera, ed assaporare l’attimo.

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CENTRO CITTA’

Dicono che sia sporco, ma a me non è sembrato. I miei standard sono però molto elastici, ed il metro di paragone cui faccio riferimento è l’India.

I Mahabandoola Gardens, bordati di alberi, sono un’oasi di pace, mentre ripenso alle feroci repressioni di cui sono stati teatro negli anni recenti. Gli alti edifici di vetro azzurro del lato est rappresentano la modernità cui il paese anela, il City Hall, la High Court, la Immanuel Baptist Church, dall’altro lato, sono i testimoni del passato coloniale.

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SULE PAYA

Quasi snobbata e velocemente visitata (mi vergogno a dirlo). E’ stata l’ultima della serie, quando forse il mio entusiasmo era già in fase calante. Sicuramente parlo da ignorante, e da ingrata, nonchè incapace ad apprezzare.

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AUNG SANG MARKET

Sinceramente, non ho capito l’utilità nel mantenere decine e decine di banchetti di oreficeria, tutti uguali, che vendono tutti le stesse identiche cose, e dove peraltro nessuno si azzarda a sganciare più di una manciata di dollari per comprare braccialettini di giada da spiaggia. Bisognerebbe essere pazzi, credo, a pensare che qui si possano fare affari, ed impegnarsi in spese importanti.

Datemi retta, fate altrove i vostri acquisti (vedere la voce “shopping”)

Utile per ammazzare il tempo se venisse a piovere, e per assaggiare i deliziosi flan cucinati da alcune signore (zona centrale al primo piano)

Partenza

Taxi 7000 MMK per l’aeroporto internazionale. Ore 8.30 volo Air Asia per Bangkok (68 Eu)

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