2 novembre 2011 di Massimiliano Scordamaglia Lascia un commento
E’ proverbiale la mia antipatia per i francesi e tutto quanto provenga dalla Francia.
Volendola dire tutta e’ proverbiale anche la mia antipatia per il folk e verrebbe da chiedersi che diavolo sia andato a fare al concerto di Tiersen ma se c’e’ qualcosa di positivo in me e’ il non essere schiavo neppure dei miei pregiudizi.
Mi si perdoni l’ardire ma non credo di sbagliare troppo affermando che mezzo mondo ha sentito parlare di Tiersen solo da "Amelie" in poi e non lo neghero’ neppure per me stesso.
"Amelie" pero’ fu un capitolo, importante forse ma resta un frammento nella musica di una personalita’ poliedrica e dotata come quella di Tiersen, artista non a torto definito minimalista, in cio’ il senso del mio interesse per lui che conduce alla scoperta di sonorita’ diverse, forse anomale, rispetto al genere.
Pop, folk e chill-out sono i tre assi di uno spazio tridimensionale nel quale si muove Tiersen e la sua musica e la posizione nella quale ogni brano si pone, declina di volta in volta verso un suono piuttosto che un altro, mescolandosi e fondendosi su base minimalista per un connubio realmente nuovo e sorprendente.
Difficile quindi dal vivo aspettarsi uno stile uniforme non fosse che le sonorita’ acquisite diventino esse stesse uno stile, lo stile di Tiersen appunto ed ecco che non esistono piu’ tanti generi, tante declinazioni ma un solo ed unico muro del suono contro il quale impattare.
Essere pero’ eclettici, dal vivo non basta e Tiersen si circonda di superbi musicisti come lui polistrumentisti per creare e ricreare combinazioni sonore sempre diverse eppure accumunate dall’emozione di un evento che trascende la dimensione pubblica contraendosi nella spiritualita’ dell’individuo che in se’ conserva il senso di brani dal respiro di una grande suite minimalista, capaci pero’ di esprimersi nei tre minuti del brano pop.
Tiersen si concentra negli ultimi anni della sua carriera, dedicando ovviamente molto spazio all’ultimo "Skyline" da poco uscito e a "Dust Lane", a mio avviso la migliore tra le combinazioni possibili senza nulla togliere a tutto il resto.
Artista sorprendente in studio e dal vivo, ascolto innovativo eppure dolce di antichi ingredienti, senza tempo Tiersen resta immobile eppure velocissimo e nell’infinito spazio della musica, la sua onda variabile e’ una splendida costante da seguire comunque, dovunque.
Volendola dire tutta e’ proverbiale anche la mia antipatia per il folk e verrebbe da chiedersi che diavolo sia andato a fare al concerto di Tiersen ma se c’e’ qualcosa di positivo in me e’ il non essere schiavo neppure dei miei pregiudizi.
Mi si perdoni l’ardire ma non credo di sbagliare troppo affermando che mezzo mondo ha sentito parlare di Tiersen solo da "Amelie" in poi e non lo neghero’ neppure per me stesso.
"Amelie" pero’ fu un capitolo, importante forse ma resta un frammento nella musica di una personalita’ poliedrica e dotata come quella di Tiersen, artista non a torto definito minimalista, in cio’ il senso del mio interesse per lui che conduce alla scoperta di sonorita’ diverse, forse anomale, rispetto al genere.
Pop, folk e chill-out sono i tre assi di uno spazio tridimensionale nel quale si muove Tiersen e la sua musica e la posizione nella quale ogni brano si pone, declina di volta in volta verso un suono piuttosto che un altro, mescolandosi e fondendosi su base minimalista per un connubio realmente nuovo e sorprendente.
Difficile quindi dal vivo aspettarsi uno stile uniforme non fosse che le sonorita’ acquisite diventino esse stesse uno stile, lo stile di Tiersen appunto ed ecco che non esistono piu’ tanti generi, tante declinazioni ma un solo ed unico muro del suono contro il quale impattare.
Essere pero’ eclettici, dal vivo non basta e Tiersen si circonda di superbi musicisti come lui polistrumentisti per creare e ricreare combinazioni sonore sempre diverse eppure accumunate dall’emozione di un evento che trascende la dimensione pubblica contraendosi nella spiritualita’ dell’individuo che in se’ conserva il senso di brani dal respiro di una grande suite minimalista, capaci pero’ di esprimersi nei tre minuti del brano pop.
Tiersen si concentra negli ultimi anni della sua carriera, dedicando ovviamente molto spazio all’ultimo "Skyline" da poco uscito e a "Dust Lane", a mio avviso la migliore tra le combinazioni possibili senza nulla togliere a tutto il resto.
Artista sorprendente in studio e dal vivo, ascolto innovativo eppure dolce di antichi ingredienti, senza tempo Tiersen resta immobile eppure velocissimo e nell’infinito spazio della musica, la sua onda variabile e’ una splendida costante da seguire comunque, dovunque.