I Paesi dell’Africa occidentale e centrale si sono incontrati oggi, per la prima volta, a Yaoundé, capitale Camerun.
Il summit riguarda il fastidiosissimo problema della pirateria marittima che,oltre a serpeggiare,come ben sappiamo da anni, lungo le coste somale, ha preso a imperversare, ultimamente, anche nell’area del Golfo di Guinea.
L’appuntamento di Yaoundé,che si protrarrà per alcuni giorni, dovrebbe poter contare sulla partecipazione di una decina tra capi di Stato e di Governo oltre ad alcune rappresentanze della Ceeac e della Cedeao.
Ossia della Comunità economica degli Stati dell’Africa centrale e della Comunità economica dell’Africa occidentale assieme a coloro che costituiscono la Commissione del Golfo di Guinea.
Il danno economico e d’immagine che la pirateria sta arrecando all’Africa è, senza dubbio, notevole.
Specie per i Paesi costieri, che vedono in essa una minaccia molto seria a quello che potrebbe essere il proprio sviluppo.
Urge, pertanto, da parte dei politici prendere delle adeguate misure e metterle in atto, possibilmente, in tempi brevissimi.
Per esemplificare la gravità della situazione basti pensare che lo scorso anno (la fonte è l’Ufficio marittimo internazionale) gli attacchi nel Golfo di Guinea sono stati ben 996.
Le coste somale, invece, ne hanno fatto registrare 851.
Entrambi i numeri, comunque, risultano essere elevati e non possono non mettere in allarme.
Nelle acque del Golfo di Guinea fanno gola ai pirati,in particolare, le petroliere nigeriane con il loro “prezioso” carico che, rivendute sotto banco al migliore offerente (qualcuno disponibile si trova sempre), rappresentano un affare molto redditizio.
Si aggiunga all’accaparramento del bottino anche le pratiche di violenza disumane,che si attuano al momento del sequestro stesso dell’imbarcazione. Non importa quale che essa sia.
L’incontro di Yaoundé , occorre precisare,sarà proficuo solo se si raggiungerà tra i differenti Paesi un’intesa regionale riguardante i controlli costieri e la promulgazione di leggi identiche cui, seguano poi relative misure di pena .
Senza trascurare, supporto fondamentale grazie alla telefonia mobile e ad internet, la circolazione di informazioni dall’uno all’altro Stato.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)