Mohammed Fikri è libero, si apprende infatti che la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’operaio marocchino finito in carcere il 4 dicembre scorso nell’ambito in merito all” inchiesta sulla scomparsa di Yara Gambirasio, e ha annullato l’ ordinanza di convalida del fermo, cui il 23enne fu sottoposto mentre si trovava su una nave diretta in Marocco. La Cassazione ha dunque accolto il ricorso presentato dai legali dell’operaio marocchino, secondo i quali il fermo non era da convalidare, per la mancanza di indizi a carico del loro assistito. Due giorni dopo il fermo fu lo stesso pubblico ministero, Letizia Ruggeri, a chiedere la scarcerazione di Mohammed Fikri, dopo aver chiarito la sua posizione.
Il caso di Yara riprende ad essere intricato, torna nell’occhio del ciclone il cantiere di Mapello, è una nuova lettera anonima recapitata a L’Eco di Bergamo a puntare nuovamente il dito sul cantiere e sul giovane operaio: ”Non mollate la pista del cantiere i cani non sbagliarono”. “Mohamed sa di un uomo visto nel cantiere a novembre che minacciava. Sa che Yara è stata caricata su un furgone bianco”. Si legge su TGCom che il testo della nuova lettera anonima è senza punteggiatura e che, a detta dell’anonimo Mohammed saprebbe tanto, ”Sa che Yara non è rimasta ‘sembre’ (così si legge nella lettera) nel campo di Chignolo, ma ci è stata portata dopo, e che l’uomo su un’auto targata era presente di nuovo una settimana prima del ritrovamento, sempre a Mapello. Non dimenticate Yara!”.
Indiscrezioni dicono che l’auto risulterebbe un’Audi A4 intestata a un cittadino della provincia di Modena. Si tornerà ad indagare sulla tratta delle donne?Related content:
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