Magazine Diario personale

Yara, un dolore che strazia le mamme.

Da Gattolona1964

Mi unisco al devastante dolore dei genitori, delle giovanissime vittime delle quali si parla in questi giorni. Per scelta, non ricordo ai miei compaesani il loro nome e cognome, località, modalità dell’uccisione: sono dati che conosciamo fin troppo bene. Cerco anche di dimenticarmi come sono stati tolti alla vita, in che modo disumano ed illogico hanno dovuto rinunciare a vedere una nuova primavera, che timidamente si affaccia all’orizzonte. Io come tanti di voi, mi accomuno con la mente e con i sensi a ciò che una madre può provare, quando viene privata di un pezzo della propria carne, un pezzo di sé stessa che aveva fortemente desiderato. Un’entità portata in grembo, custodita, coccolata, amata come solo una mamma può fare. Soffro, piango, mi dispero, scalpito, ragiono, cerco di immedesimarmi, voglio capire il perché di tutte queste brutalità,ma nemmeno lontanamente posso permettermi di comprendere gli stati d’animo e la disperazione che forse, mai più andrà via. Dolci mamme, vi penso e prego per voi, voi mammime come me, straziate da questo insopportabile dolore, prego perché ci possa essere per voi ancora un sorriso, che vi permetta di andare avanti, di non lasciarvi andare: i vostri figli non ve lo permetterebbero! Non chiedetevi i motivi, nulla può giustificare quanto vi è accaduto, stringetevi forte ai vostri cari, abbracciateli, chiedete aiuto, urlate se necessario, ma non lasciatevi andare. Non permettete che quei mostri cattivi ed ammalati l’abbiamo vinta anche su voi stesse: godrebbero ancora di più, nel vedervi ridotte ad un mucchietto di polvere. Andate ad ascoltare nel profondo del vostro intimo, quella vocina che vi sta chiamando, che vi chiede di accarezzarla e di starle ancora e per sempre vicino: è vostro figlio/a, che in qualche modo è e sarà sempre presente dentro di voi. Un’ultima raccomandazione ai media: in questi casi, invece che amplificare le notizie regalandoci con dovizia e meticolosità, particolari a dir poco agghiaccianti, create tra di voi la giornata della “non notizia”o del “non telegiornale”. Non parlatene assolutamente, ma state in rispettoso silenzio per le famiglie e per coloro che non ci sono più. Lo share e l’audience fateli con altri programmi, non con le morti di innocenti creature, piccole ed indifese.

Risposta del dottor Davide Nitrosi.

Solo una mamma può raccontare con tanta empatia una vicenda così tragica. La leggiamo e la ascoltiamo, gentile signora. E riflettiamo sul suo appello ai mass media.


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