Per chi ancora non avesse avuto l’occasione di farne la conoscenza, gli Year Of No Light sono una formazione francese attiva dal 2001, che durante gli anni ha mutato drasticamente forma, prima con la perdita del cantante e poi con l’aggiunta di due nuovi membri. Oggi gli YONL (abbreviazione accreditata dalla stessa band) schierano tre chitarre, un basso e due batterie, con molti dei membri che all’occorrenza si alternano a tastiere/elettronica. È con questa line-up che dopo vari split (con nomi quali Rosetta, East Of The Wall, Altar Of Plagues, Thisquietarmy, Karysun, Mars Red Sky), live e la sonorizzazione del film Vampyr (diretto da Carl Theodor Dreyer nel 1932), la formazione pubblica oggi il terzo album Tocsin su Debemur Morti Productions. L’universo sonoro degli YONL è basato su lunghe suite ricche di crescendo e pathos, si prediligono strutture dal taglio cinematografico e si sente un retrogusto epico che fa capolino quando la scrittura raggiunge il climax. Ciò che differenzia i francesi da molte formazioni similari alle prese con post-rock e post-metal è proprio la spinta che la ricchezza della strumentazione messa in campo produce sulla scrittura, quasi si avesse a che fare con una vera e propria orchestra leggera. Un fattore, questo, che permette alle composizioni di gonfiarsi quando necessario per dare la giusta botta emotiva alle cinque tracce di Tocsin. In questo modo, l’ascoltatore si trova avvolto da un suono rigoglioso e in grado di riempire l’ambiente, lontano miglia dal minimalismo di molti concorrenti, seppure l’approccio resti lontano da qualsiasi tentazione barocca o sovraccarica nelle strutture o nell’andamento. La loro è, piuttosto, una scrittura per layer sovrapposti che si sommano e sottraggono a dare maggiore o minore densità ai brani, con le due batterie che agiscono come un motore capace di regolare la velocità e l’intensità del tragitto. Esempio ad hoc di quanto appena esposto è l’incredibile “Stella Rectrix” con la sua esplosione finale che sembra voler far scoppiare le casse. Non tutto è sulla stessa altezza, ma nel suo complesso il nuovo album degli YONL colpisce il centro e conferma il valore della formazione, soprattutto se si considera come sia difficile oggi muoversi in determinati ambiti senza finire nel citazionismo becero o nella sterile ripetizioni di cliché ormai abusati.
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