Yida (Sud Sudan) / Emergenza scolarizzazione / E non solo...

La guerra in corso da tempo sui Monti Nuba ha messo in fuga, come ben sappiamo, migliaia di famiglie con bambini al seguito.

Tutta gente combattuta tra l’incudine e il martello,che sono andati a cercare un possibile riparo,dopo interminabili ore di cammino, nel campo profughi di Yida, in Sud Sudan.

La popolazione dei Monti Nuba è noto che è sotto la sovranità di Khartoum ma i ribelli dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan-Nord (Splm-N), gli stessi accolti e protetti in Sud-Sudan, non danno  ad essa requie.

Pertanto l’inevitabile fuga per trovare una via di scampo possibile, è un autentico esodo biblico come purtroppo siamo abituati a vedere sugli schermi dei nostri “media”,proprio quando essi raccontano delle troppe guerre civili in Africa.

Ma il campo profughi di Yida, che ospita già circa 70 mila persone, si trova in grosse difficoltà quanto a garantire un’ adeguata ospitalità alla sua gente.

E ciò che è peggio è che i bambini nel campo, per mancanza d’insegnanti, non possono usufruire di alcuna forma di scolarizzazione.

E ciò,come si può facilmente intuire,trattandosi di minori, è molto  grave.

Il disimpegno potrebbe favorire alcune devianze.

Ma grave è anche la posizione del campo profughi sul territorio, trovandosi essa in un’area di confine, oggetto di pesanti bombardamenti.

Ecco allora l’ idea dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) di trasferirlo altrove e di distribuire gli ospiti in due campi differenti e distanti dal confine.

Ma c’è anche e sopratutto la richiesta urgente d’insegnanti e di testi scolasticidi cui occorre tenere conto.

Unico ostacolo al progetto dell’Unhcr( lo spostamento del campo in altre sedi) è dato  dalle stesse famiglie, che non intendono affatto spostarsi.

Le quali, forse, non hanno neanche del tutto torto.

Rifiutano, infatti, la delocalizzazione forzosa. 

   a cura di  Marianna Micheluzzi (Ukundimana )