Quando i film si fanno ad episodi.
Sono stati i due stronzi più simpatici e più additivi dello scorso anno, e ora che sono tornati... si sono fatti più seri.
Quello che però potrebbe sembrare un difetto, con una serie meno immediata, meno simpatica, è in realtà un pregio, un miglioramento, che cambia solo in parte la natura della serie.
Gretchen e Jimmy restano infatti i due stronzi di sempre, i due peggiori, e l'inizio di questa seconda stagione ce lo mostra bene: non vogliono soccombere alla quotidianità e alla tristezza della convivenza, loro non sono come le altre coppie, e così è una sfida, l'ennesima, ad eccedere, ad ubriacarsi, a drogarsi, a spingersi oltre ogni limite, per dimostrare di non essersi rammolliti, che anche se l'amore batte nei loro cuori, questo non significa essere come tutti gli altri.
Ma da questo eccesso, si passa al baratro, si passa a una Gretchen depressa, depressa in senso medico, apatica, svogliata, inesistente, che affronta le giornate in casa, che a Jimmy non si concede più.
Come prevedibile, la prima reazione è cercare di aiutarla, tentare con ogni mezzo, perfino con la Sunday Funday più folle di sempre e in stile Halloween, di risollevare il suo umore, che non migliora.
Da qui l'allontanamento, la tentazione di un'altra, più facile da gestire, più altruista anche.
E la coppia rischia di scoppiare.
Scoppiato è invece il matrimonio di Lindsay, che sopravvive a suon di schifezze, che non si accorge dell'amore di Edgar, che tenta di ostacolare un marito che non amava, non voleva. La sua storyline è forse quella più confusa, e anche se è in grado di strappare più di una risata e di mantenere lo stile della prima stagione a base di politically scorrect all'ennesima potenza, convince solo fin là.
Meglio va con quell'Edgar che conosce l'amore, anche quello corrisposto, crescendo e diventando più di un semplice coinquilino con il dono della cucina.
A prendere il ruolo di folli comparse, poi, quel gruppo rapper che Gretchen dovrebbe seguire e gestire, che si divide in mille liti a suon di rime, che sforna un successo tormentone come New phone, who dis?
In una veste più seria, dunque, in una stagione più lunga che arriva a 13 episodi, You're the worst cerca di mantenere la sua natura evolvendosi, mantenendo lo stesso humour dissacrante, verso l'oggi, verso gli altri (qualcuno ha detto gli inglesi? gli scrittori?) e basta l'intenso episodio 9 (LCD Soundsystem) per farcelo capire: una realtà alternativa che strappa il cuore, e fa comprendere le complessità della depressione.
Questi due stronzi, che sembrano aver trovato la loro anima gemella, li accettiamo quindi anche nella loro maturazione, che toglie qualche punto di additività, toglie una patina di divertimento e di coesione nella struttura, ma sa convincere, ugualmente.
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