Donna infelice e depressa, professionalmente in crisi con la scrittura del suo nuovo romanzo, Mavis decide di tornare nella città in cui è cresciuta per riprendersi l’uomo della sua vita: il fidanzato del liceo. Poco importa se questo ora è sposato con un'altra donna e ha appena avuto una figlia, perché alla vita piace assemblare percorsi incomprensibili, allungare strade in maniera eccessiva prima di giungere a destinazione e concedersi a un evento praticamente scritto. E il momento di permettere al destino di compiersi adesso è chiaramente arrivato.
Il regista Jason Reitman e la sceneggiatrice Diablo Cody dopo aver affrontato con “Juno” la tematica di una ragazza adolescente costretta a maturare in anticipo per via di una gravidanza inattesa, si ripresentano nuovamente insieme per portarci nella vita di una donna in cui quel passaggio di maturità non è proprio mai scattato. Ad interpretarla una perfetta Charlize Theron alle prese con un ruolo in apparenza vagamente ispirato alla scrittrice della serie di “Twilight”, Stephenie Meyer, allusione forzata sia dal genere della saga a cui è legato il successo di scrittrice del suo personaggio (adolescenziale) e sia per la presenza di vampiri che questa ha come protagonisti.
“Young Adult” è una commedia amarissima orientata a fare proprio di questo aspro sapore il suo punto di forza migliore e risoluto. La parabola destinata alla povera Mavis è assolutamente anticinematografica, e non solo per le folli intenzioni che ne incitano il ritorno al passato. La storia gioca con lo spettatore seguendo determinati schemi standardizzati, lasciando che la protagonista si scontri in maniera lenta e violenta con una realtà evidentemente mai percepita veramente mentre nel frattempo si impegna anche col seminare silenziosa alcuni indizi-chiave partoriti dal rapporto tra Mavis e l’ex compagno storpio di liceo Matt (un ottimo Patton Oswalt). Tra i due si riscontra facilmente una grandissima intesa, riconducibile in gran parte all’emarginazione che entrambi hanno ricevuto dalla società, non a caso i momenti più veri e sinceri la pellicola li fornisce proprio durante i loro scambi di bevute e di opinioni, che dimostrano soprattutto quanto dietro a un esteriorità diametralmente opposta si celino in segreto due entità essenzialmente identiche.
E così ogni bramata risposta diventa molto più semplice del previsto: la ricerca della felicità non troverà mai una soluzione se non può essere accompagnata dall'imprescindibile elemento necessario della fortuna, costituente indispensabile da avere sempre dalla propria parte nel posto giusto, al momento giusto. Un avvenimento che purtroppo alla povera Mavis Gary non è capitato, colpa di una mancanza di fortuna che sembra essergli distante nella vita molto più di qualsiasi altra cosa.
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