Genere: grottesco
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TRAMA
In un centro benessere svizzero s'intrecciano le storie di un musicista, un regista e un attore.COMMENTO Dopo l'Oscar e l'opulente tripudio di trovate, narrative e visive, de La Grande bellezza le aspettative erano alle stelle e come spesso accade, l'ansia da prestazione può inficiare il risultato. Ma Youth non si accontenta di deludere: è perfino il più debole degli ultimi tre film di Sorrentino: mentre i precedenti erano una mirandola di scene e battute spesso da incorniciare qui si stenta a trovare dei momenti felici e abbondano invece quelli maldestri. Sorrentino è il maestro del grottesco, ma qui non lo padroneggia né sfrutta a dovere. Tante le scene che cadono nel ridicolo: quella in cui un giovane attore (Paul Dano) si commuove solo perché una bambina, in modo tra l'altro programmatico e fastidiosamente artefatto, si complimenta con lui. Per non parlare del regista (Harvey Keitel) che rivede in un sogno ad occhi aperti le sue muse. Di fronte a tale pochezza di scrittura possono poco gli attori internazionali chiamati al servizio del Premio Oscar Sorrentino. L'unica scena da ricordare? Miss Mondo che sfila sulla passerella di una Piazza San Marco allagata dall'acqua alta: quello è l'unico momento magico di un film che fa rimpiangere non poco il suo predecessore e chi parla considera La grande bellezza tra i più bei film del 2013. VOTO: 6/7