Yurusarezaru mono (許されざる者, Unforgiven). Regia: Sang-il Lee. Soggetto: dal film Unforgiven di Clint Eastwood. Sceneggiatura: Sang-il Lee. Fotografia: Kasamatsu Norimichi. Suono: Shiratori Mitsugu. Musica: Iwashiro Tarō. Interpreti: Watanabe Ken, Emoto Akira, Satō Kōichi, Kutsuna Shiori, Koike Eiko, Yagira Yūya, Kunimura Jun, Produttori: Kubota Suguru, Takahashi Shinichi per Warner Bros. Durata: 135 minuti. Uscita nelle sale giapponesi: 13 settembre 2013.Link: Sito ufficiale (in giapponese) - Marco Minniti (Movieplayer.it) - Nicholas Vroman (a page of madness).Punteggio ★★★
Kamata Jubei (Watanabe Ken) era un famoso e temuto esecutore dell'ultimo governo dello shogun Tokugawa. Con l'avvento dell'epoca Meiji (1868) scompare. Una decina di anni dopo, dopo aver perso l'amata moglie, vive
in pace e povertà con i due figli in una capanna dell'Hokkaidō, nell'estremo nord del Giappone. Ha promesso alla moglie prima che morisse che non avrebbe ripreso la spada e cerca di cavare il cibo per la sua famiglia da un terreno arido e improduttivo. Un giorno arriva un vecchio compagno d'armi, Baba Kingo (Emoto Akira), che gli racconta che nel villaggio di Washiro, due bifolchi hanno sfregiato Natsume, una giovane prostituta (Kutsuna Shiori). Il compiacente capo della polizia, il sadico Oishi Ichizo (Satō Kōichi), li ha trattati con indulgenza ma le compagne della prostituta, guidate dalla loro "madame" (Koike Eiko), hanno raccolto i loro risparmi e posto una taglia sui due. La tentazione per Jubei è forte, visto soprattutto le condizioni di indigenza in cui vivono lui e i figli. Disseppellisce la vecchia spada e parte con l'amico alla caccia dei due. Lungo la strada si unisce a loro un giovane spavaldo e irruente (Yagira Yūya) che ambisce a farsi passare per un "duro".Ma quando arriveranno nel villaggio, Jubei scoprirà che il mondo è cambiato: le regole dell'onore non ci sono più, la violenza è un puro capriccio senza limiti, il potere è solo abuso e sopraffazione, le donne sono mero oggetto di divertimento. Jubei, con il fardello di sofferenza per la sua storia fatta di delitti, è l'unico a comprendere il dolore delle donne.Dichiarato rifacimento di Unforgiven (1992) di Clint Eastwood, il film risente dei vent'anni che sono passati non tanto perché il tema della fine della frontiera presente nell'originale non è più in occidente un tema topico, ma soprattutto perché in questi vent'anni sono stati molti i film giapponesi che, a cominciare da The Twilight Samurai (Tasogare Seibei) di Yamada Yōji, ci hanno mostrato una faccia più realistica, ordinaria e sofferta dei samurai. L'impatto innovativo della storia stessa si è tutto sommato affievolito.Yurusarezaru mono presenta come caratterizzazione innovativa rispetto all'originale l'ambientazione nell'Hokkaido. L'Hokkaido, con il suo mix unico di mare, montagne e neve è il territorio "western" per eccellenza del Giappone e tale aspetto viene enfatizzato dal regista con le scenografie degli interni e la stilizzazione del villaggio. Lee mostra visioni davvero suggestive di quest'area, che per una volta vanno al di là dell'effetto cartolina presente in molti film giapponesi. In questo senso il territorio è uno dei protagonisti del film.L'altra piccola innovazione è la presenza degli Ainu, la popolazione indigena di quella regione. Gli Ainu richiamano un po' la storia degli indiani d'America, e come quelli, vivono in tribu, si ccibano dei frutti della caccia e della pesca, vengono perseguiti dallo Stato "moderno" fino allo sterminio e isolati in riserve. Jubei aveva sposato una Ainu e il giovane che si unisce a loro è un mezzosangue. Anche questo è un tema originale e dà un senso di maggior pienezza storica alla vicenda pur non essendo determinante.Il regista decide poi di aggiungere una chiosa sentimentale, con Natsume che nel finale va ad allevare i due figli di Jubei nella speranza che prima o poi torni l'uomo che ha riscattato il suo onore. Amore come dedizione e abnegazione, nella miglior tradizione giapponese.Il film è diligente nel seguire la storia originale e acuto nell'introdurre elementi di differenziazione. Clint Eastwood è però un'altra cosa. Ciò che manca qua è il carisma dell'attore, nonostante un grande Watanabe Ken, e il pathos della storia raccontata da Clint. Senza guardare al confronto, è un bel film che non arriva però mai ad entusiasmare. [Franco Picollo]