Buongiorno a tutti! Sì, lo so, sono stata molto latitante in questo periodo, ma Dicembre è un mese assurdo, in cui si abbatte su di me la maledizione del Grande Demone Celeste: le cose da fare si pentuplicano e il tempo diventa un decimo di quello che abbiamo normalmente a disposizione, e che di per sé è poco poco.
Passate bene le feste? Avete mangiato? Avete bevuto? Avete aperto vagonate di pacchetti? Io sto ciancicando una bizzarra gomma americana in tubetto, trovata nella calza della Befana, e siccome « l’Epifania tutte le feste si porta via », tra poco inizierò a mettere via anche gli addobbi natalizi ed il mini presepe, per la gioia dei miei gatti. Peccato che non possa richiudere nella scatola anche gli stravizi di queste feste! Perché diciamolo, che abbiamo esagerato con le leccornie lo vediamo sia dai vestiti che tirano un pochino, sia dal viso che si riempie di antiestetiche bollicine e orrendi punti neri.
Orrore!
Come possiamo salvarci? Con lo scurb, ovvio. Ed è per questo che oggi vi parlo di uno scrub in gel della Yves Rocher.
Questo gel l’ho acquistato in offerta ad Agosto. Un’amica (anzi: la mia migliore amica – sennò mi tira il collo! -) aveva dei buoni omaggio così mi sono detta “Approfittiamone! Perché no?”.
Ho preso questo prodotto, uno scrub per il corpo, a) perché per chi ha la pelle mista come me è fondamentale avere sempre a portata di mano un esfoliante con cui poter effettuare uno scrub almeno due volte a settimana, e quindi è necessario scegliere un prodotto che sia efficace ma non troppo aggressivo; e b) perché i noccioli di albicocca mi ricordano tantissimo il primo prodotto esfoliante che ho acquistato, Aaprì. (“Che sei bella ti si legge in faccia”)
Per molte di voi questo nome bizzarro suonerà strano e sconosciuto. Per le vecchiette come me, spalancherà una porta sulla preadolescenza degli anni ’80, quando sulle pagine dei Cioè e Dolly sgraffignati alle sorelle maggiori o alle zie giovanissime campeggiava la foto in bianco e nero di una ragazza dalla pelle perfetta e con un’albicocca a metà al posto del nasino (anche quello delizioso, c’è da scommetterci). Poi è arrivata l’invasione della Clerasil, Normaderm, Neutrogena e addio Aaprì e il suo delizioso profumo all’albicocca ( e i suoi dischetti a doppio uso! *_*).
Insomma, per farvela breve, ho allungato la manina e preso questo scrub sulla fiducia e sull’onda di una madeleine fragrante che mi solleticava il nasino.
Una volta alla cassa, la cassiera si raccomanda di NON usare lo scrub corpo sul viso. “Assolutamente no!”. Effettivamente, i granuli sono grandi e se finissero dentro un occhio potrebbero dare molto, ma molto fastidio. E c’è anche un simpatico divieto, sul retro della confezione, con tanto di barra sul viso. Incuriosita, mi sono messa a spulciare gli ingredienti (ovviamente DOPO aver acquistato il prodotto e promesso alla cassiera che no, non avrei usato lo scrub sul viso, giurin giurella, me possino cecamme!). Vediamola insieme:
*Linfa di Agave;
*Polvere di noccioli di albicocca
*Olio di sesamo (proveniente da agricoltura biologica)
*Polvere di noccioli di mandorla
*Olio essenziale di saro (???)
*Mangiferina del Madagascar
Applicare 1/2 volte la settimana. Non applicate sulla pelle irritata o sul viso.
Tutti componenti di origine vegetale, come nella tradizione di Yves Rocher. Ovviamente, l’ingrediente principale, oltre all’acqua, è la glicerina, addizionata a queste altre piante e ad olii essenziali che permettono di creare un prodotto cremoso, ma nulla che sembri pericoloso per il viso o che sia troppo aggressivo. Al massimo, si potrebbe sindacare sul fatto che inserire un prodotto proveniente dal Madagascar non sia molto eco-friendly, ma nello specifico non credo che possa inficiare sulle sue prestazioni.
Così, rompendo la promessa fatta alla commessa, ho deciso di passarlo sia sul viso che sul corpo. Ed è qui che accade il fatto bizzarro di cui vado a parlarvi. Perché il prodotto è buono, ma funziona in modo curioso.
Applicato come scrub sul viso, fa un buon lavoro. Pori puliti, impurità rimosse (non del tutto, capiamoci) e pelle più fina. I ganuli sono grossi, sì, ma basta fare un po’ di sana attenzione ed evitare il controno occhi e se ne esce vive.
Applicato come scrub sul corpo, invece, il delirio. Innanzitutto, NON scorre sulla pelle. Fa MALE. Lascia una sensazione di unto anche dopo il docciaschiuma. E, aggravante tremendo, il giorno dopo fioriscono sulla mia pelle mazzi sparsi di foruncoli. No, non bollicine. Foruncoli proprio. E non riesco a capacitarmi di come sia possibile, visto che la pelle del viso è più sensibile di quella del corpo. Mistero davvero. Ho pensato che potesse essere un problema di pelle legato a qualche sbalzo ormonale, ma l’ho provato tre volte, in tre momenti diversi, ed ho ottenuto sempre il medesimo risultato.
Se lo consiglio? No. No perché nel mio caso ha funzionato solo sul viso e non me la sento di consigliare un uso scorretto di un prodotto. L’ho fatto, ma a mio rischio e pericolo, per così dire. Posso testimoniare che è possibile usarlo anche come scrub per il viso e non morirne, ma magari ci prova qualcun’altra e rimedia un irritazione da antologia. Volete provarci? Io declino ogni responsabilità. Patti chiari…
E vi lascio con questa canzone di Bonnie Tyler. Che c’entra Total Eclipse of the Heart con lo scrub all’albicocca? È una lunga, lunghissima storia…
Acque pacate e dolci risate finché non ci rincontreremo