Primer premio Diego Enrique Osorno (Photo credit: Intercambios ARG)
Giornalismo infrarealista, la dice lunga l’introduzione dell’autore sul metodo condotto per realizzare questo reportage, “la violenza messicana richiede un coinvolgimento personale totale per essere compresa”. Non per niente, una delle dediche in apertura è per Roberto Bolano. La sua inchiesta ci porta nell’inferno messicano, a percorrere con lo sguardo attento di questo singolare cronista le strade insanguinate di quel Paese.
Z. La guerra dei narcos, Diego Osorno, La nuova frontiera
La cocaina e la marijuana per arrivare nei grandi mercati nordamericani devono transitare per il Messico che, per molti decenni, è stato un tranquillo corridoio.
Nel 2006 il neopresidente Calderón ha dichiarato guerra al narcotraffico trasformando gli stati del nord, confinanti con la frontiera statunitense, in campi di battaglia: da allora il Paese è diventato uno dei luoghi più insicuri al mondo, con una media di 13.000 omicidi l’anno, e alcune città, come Ciudad Juárez, ne sono divenute l’emblema.
Ma c’è un altro tratto della frontiera, quella degli stati del Tamaulipas e del Nuevo León, in cui questa lotta ha assunto proporzioni inimmaginabili e dove, per la prima volta, ha fatto la sua apparizione il sanguinario gruppo degli Zetas. Diego Osorno compie un viaggio per questi luoghi, attraversa città e paesi abbandonati a loro stessi e raccoglie le testimonianze di chi ha deciso di resistere, tracciando un ritratto unico e sconvolgente del Messico.
Diego Enrique Osorno (Monterrey, 1980) è un giovane giornalista messicano e uno dei migliori talenti del nuevo periodismo latinoamericano. Autore di cinque libri, ha ricevuto nel 2011 il Premio Latinoamericano de Periodismo sobre las drogas e il Premio Internacional de Periodismo. È stato testimone diretto dei principali conflitti sociali messicani dell’ultima decade nonché inviato di guerra nei fronti più caldi. Nel 2012 è uscito El Alcalde che lo vede esordire alla regia di un documentario