Zombie di qua, zombie di là cosa accadrà, cosa accadrà? Negli ultimi anni la moda zombie si è velocemente diffusa in quasi tutti gli ambiti della cultura pop, dai libri, al cinema, fino alla tv. Sicurmente lo show di AMC The Walking Dead è il più conosciuto fra tutti i prodotti, ma come non dimenticare le due splendide serie tv inglesi Dead Set e In the Flesh (capolavori del genere), come non citare libri come World War Z (non citerò il film perché fa schifo), o film come 28 giorni dopo o Zombieland? Tutti prodotti molto buoni, che spesso usano gli zombie per metaforizzare qualcosa di completamente diverso (razzismo, massa di pecoroni, rapporti umani e via dicendo). Come ho scritto più di una volta, infatti, un buon prodotto Z è quello che usa gli zombie per comunicare qualcosa di completamente diverso. In questo panorama si inserisce Z Nation in onda sul canale SyFy e prodotto dalla Asylum (e con questi due nomi vi ho detto un po’ tutto, potrei chiuderla anche qui), che mi guarda direttamente in faccia e mi dice “vaffanculo, io gli zombie li uso per comunicare che sono zombie, me ne sbatto di quello che pensi te”…accettabilissimo, ma quale sarà il risultato?
Il risultato è un misto fra b movie ed action movie, molto politically scorrect e dove le interazioni umani sono tagliate al minimo. Come avviene spesso (o sempre) nei casi di Z-roba, l’introduzione è tagliata al minimo e il pubblico immerso sin da subito nell’apocalisse zombie. Qui ci ritroviamo addirittura a tre anni (o due, sta cosa è un po’ confusa) dal primo contagio zombie. Protagonista sembra essere un soldato americano (sembra perché di fatto schiatto alla prima puntata) interpretato da quello che pilotava gli overcraft sui due seguiti di Matrix. In contatto con lui da una base al Polo c’è un mingherlino del NSA (quello che faceva il protagonista in Un Ragazzo Tutto Nuovo) che si fa chiamare Citizen Z e mentre distribuisce ordini a casaccio, si getta anche nella conduzione di una Z-radio.
Il militare ha il compito di portare un tizio in un laboratorio in California. Il tizio è in realtà un condannato a morte al quale è stato somministrato l’unica siringata buona di vaccino contro gli zombie (cioè, ti mangiano comunque, ma non ti trasformi…forse). Nel viaggio incontra un accampamento ai quali chiede un passaggio e che dopo poco, ovviamente, viene attaccato dagli zombie. I sopravvissuti raggiungono la base, ovviamente attaccata dagli zombie, dove trovano un paio di superstiti e si rimettono in marcia…non prima che il militare venga divorato da un neonato zombie (nel senso di infante, non di appena trasformato).
La serie si prefigura essere praticamente tutta così, a metà tra il b movie e il non sense. Seguirò qualche altra puntata e poi si vedrà, se non vedete una recensione conclusiva della prima stagione tra 13 settimane vorrò dire che anche io ho deciso di mandarla a cagare…