Arrivo con qualche giorno di ritardo sulla recensione della prima stagione di Z Nation perché è stato un periodo un po’ frenetico, ma vediamo di recuperare tutto in breve tempo. Iniziamo subito col dire che non ho mai avuto fiducia nei prodotti proposti da SyFy, spesso prodotti in low budget e con cattive idee, se poi ci si aggiunge anche la Asylum, casa di produzione di b-movie veramente squallidi, le aspettative che circondavano questa nuova serie sugli zombie non erano proprio eccelse. Ma a quanto pare, se stiamo anche a guardare la matematica, meno per meno fa più. Non che Z Nation sia stata una serie eccezionale, ma sicuramente è andata sopra le aspettative iniziali del pubblico. Un prodotto spesso affiancato e confrontato con The Walking Dead, ma che tolta la presenza di zombie, non condivide nulla con la serie tratta dal fumetto di Kirkman, anzi è totalmente differente.
Nella prima stagione abbiamo conosciuto i nostri protagonisti: un gruppo di sopravvissuti all’Apocalisse Z ai quali viene affidata una missione, condurre sano e salvo Murphy in un laboratorio della California. Murphy è infatti l’unico sopravvissuto all’inoculazione di un vaccino sperimentale contro gli zombie, che non fa altro che impedire al virus Z di infettare l’organismo (ma se ti si vogliono mangiare lo fanno comunque). Durante la serie, però, vediamo il vaccino mutare nel corpo di Murphy e unirsi al virus Z, donandogli strani poteri, come quello di non essere attaccato dai morti viventi o di controllare il corpo di quelli che “bevono” il suo sangue.
Una serie che ha voluto mettersi in luce attraverso una grande dose di azione e di combattimenti, che spesso però hanno ottenuto (almeno su di me) un grande effetto noia, perlopiù dovuto alle grandi esagerazioni. Simpatica la puntata dello Z-nado, con fa un po’ l’occhiolino a uno dei film di maggior successo dell’Asylum: Sharknado.
Il gruppo, inoltre, si muove secondo le indicazioni del cosiddetto Citizen Z, unico militare sopravvissuto in una base al Polo Nord. La serie si muove abbastanza bene, fino alla puntata finale, nella quale ci fa piombare addosso un colossale spiegone degli eventi precedenti all’apocalisse Z. Sembra infatti che il virus zombie sia stato costruito in laboratorio da un dottore pelato, del quale comunque non si conoscono le motivazioni. Arrivati a un laboratorio in Colorado, infine, i nostri cercano la Dottoressa Merch alla quale devono affidare Murphy, ma oltre a tanti zombie, trovano solo il Dottore pelato. Dopo un piccolo parapiglia Murphy fa la muta (??) e scappa, azionando un sistema di sicurezza che sgancia missili nucleari: uno sul laboratorio e uno sulla base al Polo Nord. Cosa accadrà? Tutto è lasciato in sospeso in attesa di una seconda stagione, che comunque è stata già confermata.
La serie, comunque, nel suo insieme non è stata brutta, ma questo non vuol dire che sia stata bellissima. Ha superato le aspettative iniziali, certo, ma di strada ce n’è ancora tanta da fare. La noia che spesso attanaglia gli episodi, infatti, è forse maggiore di quella di TWD (visto che molti confrontano le due serie), mentre le scene d’azione sono sbrigative e quasi sempre di facile vittoria per gli umani. Z Nation è comunque sulla buona strada per creare qualcosa di memorabile, staremo a vedere la sua evoluzione.