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Zac!

Da Lielarousse

Bambina e mare

e poi. e poi. e poi mi sento strano. diverso come quando qualcosa cambia. come non mettere la maiuscola dopo il punto ed infilare una virgola ogni due parole, come quando, la percezione, il buio, s’è sbiadito, diventando ombra. o come quando cerchi di riaggiustare un pesciolino rosso rotto, spaccato a metà. i pesciolini rossi mica li puoi spaccare a metà davvero, puoi maciullarli con le mani, ma spaccarli a metà no, oppure sì? significherebbe o che li hai sforbiciati, o che li hai accoltellati con la parte liscia della lama, zac! così un taglio netto zac! . che poi. e poi, quel pesciolino rosso fuori dall’acqua si dimena e tu con la forbice o col coltello faresti troppo chiasso, ti innervosiresti, ed inizieresti ad avventarti contro tutte le superfici su cui il pesciolino rosso rimbalza. e poi?  e poi t’arrabbieresti ancora di più perché in quel momento crederai che il pesciolino rosso, furbo, voglia scappare da te. ma non è così. rilassati. sta solo affogando nell’aria. quindi siediti comodo, attendi che la morte lo calmi, e zac! se ci tieni tanto a spaccarlo a metà, altrimenti,  strappagli le carni pesciose con le mani. lui è così piccolo. tu così grande. ZAC!

e poi. e poi. e poi mi sento strano. diverso come quando qualcosa cambia. come scrivere in corsivo la più grande paura. la mattonella. il freddo di una mattonella.

L.L.



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