Parte 1
Luca Zaia è un personaggio, su questo non ci piove. Come già malignamente qualcuno sta già pensando, il termine "personaggio", nel caso specifico, include anche una serie di significati per lo più negativi, ma tale è: questo bisogna riconoscerlo.La mia però non vuole e non sarà un'analisi sull'operato politico dell'ex ministro, attuale Governatore del Veneto, quanto sul metodo comunicativo da esso usato, esemplificativo del leghismo, a cui io, scherzosamente (ma non troppo), ho dato il nome di "si faccia bistecche del popolo bue".
E mi scusino quei Veneti che si dovessero sentire offesi.Zaia, che ci faccia o che lo sia, è un abile politico che ha intuito quanto i temi religiosi, specie se presi in modo grossolano possano concretizzarsi in consenso. Il tutto rientra in quel tritatutto leghista che prende di tutto un po', ci fa un bel minestrone e lo dà in pasto a gente che, perennemente scontenta, un po' per natura, un po' per ragione, è disposta a sorbirsi tutto in modo acritico.Ma veniamo al dunque e torniamo indietro di qualche mese, siamo nel febbraio del 2010 e Luca Zaia è titolare del Ministero delle Politiche Agricole. Un giornalista del Guardian, più precisamente un critico gastronomico, scrive un articolo al vetriolo tacciando il Ministro di aver tradito la tradizione culinaria italiana, sostenendo la nuova, a suo dire "oscena" versione italiana dei noti panini McDonald.
Come condisce la risposta l'allora ministro?
"La sinistra e i suoi megafoni continuano ad abbaiare alla luna, sempre più lontani dai reali problemi e chiusi nella loro sterile ortodossia mentale, che danneggia ogni tipo di sviluppo e ostacola una visione chiara della realtà. Con rammarico, vogliamo dare una brutta notizia a questa sinistra: Stalin è morto. E siamo certi che non si è mai seduto in un McDonald's, cosa che invece fanno migliaia di ragazzi europei tutti i giorni"
In sostanza anziché limitarsi a difendere una scelta economica, la butta sullo scontro ideologico, accusando il Guardian di abbaiare alla luna con i soliti latrati della sinistra senza rispondere alla principale accusa del giornalista che era quella di non aver difeso il patrimonio gastronomico nazionale. Poi aggiunge il tocco religioso, che nella sua dialettica non manca mai:
"Diverremo dei moderni gesuiti e cercheremo di convertire gli infedeli di sinistra, che non si sono mai sporcati le mani lavorando nei campi"
Concetto banale, campato in aria e privo di ogni riscontro, oltre che di logica, ma che fa tanto, tanto contenti quei cattolici veneti che intercalano un "porcone" ogni tre parole, ma guai a toccargli il crocifisso.
In fondo per quelli, basta passare alla lavanderia del confessionale e ripulirsi l'anima.Ma continuiamo: poco prima delle elezioni regionali che vincerà risultando il candidato con il massimo delle preferenze, Zaia ritorna a battere il chiodo della religione:
Al centro della mia attenzione c'è la legge costitutiva del popolo veneto, cioè lo Statuto regionale. Ho bene in mente il dibattito che si è sviluppato in Europa e che ha impedito agli eurocrati di esplicitare le origini cristiane del nostro continente. Così non accadrà per il Veneto. Ne sono assolutamente certo.
Mi auguro che non sia stato così, perché affermare che le priorità di un governo regionale sia quello di una "legge costitutiva del popolo veneto" ha, di questi tempi, del grottesco; volerlo fare per ripicca a una visione Continentale è addirittura stupido. Ma Zaia continua augurandosi che si apra un dibattito serrato
che ci porti a definire nel nostro statuto, in modo condiviso le origini giudaico-cristiane del popolo veneto. Siamo tutti figli di quella grande Repubblica che fu la Serenissima. In essa convivevano genti e territori diversi e, fra loro, la struttura connettiva fu proprio il cristianesimo. Ciò non impedì l'autonomia della vita politica e civile della Serenissima
Ma che bella favola! Innanzitutto mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse cosa diavolo sono le "origini giudaico-cristiane", visto che, a parte il fatto che il cristianesimo deriva dall'ebraismo, di giudaico in Veneto non ci vedo nulla. La frase interessante che sottolineerei è invece l'ultima: cosa significa in realtà? E' un lapsus?
Cavalli di Bronzo in San Marco a Venezia trafugati nel Sacco di Costantinopoli
In effetti, la struttura connettiva del cristianesimo non impedì a Venezia alcuna autonomia né politica, né economica.Un esempio lampante di ciò che dice Zaia lo troviamo nella IV Crociata, quando i Veneziani dapprima cercarono di svicolare dalla Crociata indetta da Innocenzo III per questioni puramente economiche, poi contrattarono il costo delle navi in cambio di metà del bottino e dell'esorbitante somma di 85.000 marche imperiali d'argento. Quindi temendo che non ci fossero i fondi, Venezia si rifiutò di far salpare le navi fino a che non si raggiunse un accordo per cui il Doge prendeva il comando della Crociata. Crociata che immediatamente mutò obiettivi, tanto che, come prima mossa, venne dato assedio alla città cristiana di Zara la quale fu costretta ben presto a capitolare. Il papa inorridito scomunicò la Crociata per poi ravvedersi in parte, per questioni politico economiche e religiose, mantenendo tuttavia il provvedimento per Venezia.Da Zara i Crociati capeggiati dal Doge, decisero a seguito di complicate relazioni politiche cui rimando a testi specifici, di impadronirsi di Costantinopoli, cosa che si risolse con il sacco della città, che avvenne tra violenze e orrori indicibili, tra saccheggi di chiese, uccisioni di inermi, stupri di religiose nei conventi e quanto di peggio ci si può immaginare. Questo dunque intendeva il Governatore del Veneto con quell'ultima frase? Credo di no, eppure questi sono avvenimenti storici inconfutabili. Di fatto il Governatore ha deciso di prendere solo la parte della Storia che gli interessa tralasciando deliberatamente ciò che non conveniva essere detto. Non è finita, ovviamente, il resto nella seconda parte.