Nell’aprile scorso (14 aprile), nel Mozambico povero del Nord,il contesto più difficile del Paese (Alta Zambesia ), è stata inaugurata da mons. Francisco Lerma Martìnez, vescovo di Gurué e missionario della Consolata, in quella che è la sua diocesi, una sezione staccata dell’Università Cattolica del Mozambico, la cui sede centrale è a Maputo, la capitale.
E’ una scelta importante per le giovani generazioni l’ avere in loco la possibilità di seguire dei corsi di studio a carattere universitario, cui diversamente dovrebbero senz’altro essere costretti a rinunciare.
E l’Africa giovane, in ogni spazio del continente, ha bisogno ormai di professionalità, capaci di coniugare insieme cultura e formazione umana.
Trattandosi in questo caso di un’università cattolica ogni competenza acquisita, prima che strumento tecnico-scientifico, terrà presente nel “fare” sopratutto il “bene comune” delle genti, quello che appunto ci insegna la Parola di Dio.
E non è poca cosa in un Paese come il Mozambico che è stato devastato per lunghi anni da una terribile guerra civile e, prima ancora, dalla colonizzazione portoghese.
Colonizzazione ,che ha usato molto spesso più il bastone che la carota.
E, oggi, è alla ricerca di una stabilità politica (giustizia per tutti ), che tarda a soppraggiungere per i mai sopiti contrasti tra Frelimo (i vincitori ) e Renamo (gli sconfitti ,che non si sono mai rassegnati).
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)