Lo Zambia è , come sappiamo, in Africa, uno dei maggiori produttori di rame.
La controllata indiana Vedanta Resources , che ha la concessione per lo sfruttamento dei giacimenti di rame del territorio di Konkola, ai confini con la Repubblica Democratica del Congo, pare abbia in animo in questi giorni il licenziamento quasi certo di 1500 minatori.
E adduce a propria giustificazione la modernizzazione della produzione, richiesta dalle regole fortemente concorrenziali del mercato internazionale.
La risposta del Presidente Sata è stata immediatamente la minaccia del ritiro della concessione alla Vedanta Resources e il passaggio di tale concessione ad altra compagnia mineraria.
Secondo Sata gli investimenti in loco devono migliorare e non peggiorare la qualità della vita della gente del posto. E con questo il Presidente fa riferimento anche alle giuste retribuzioni e non a erogazioni di paghe da fame, come spesso si verifica da parte di quasi tutte le multinazionali.
Infatti , due anni addietro, per legge Sata aveva imposto l’aumento del salario minimo da corrispondere a ciascun operaio. E la legge e le pressioni governative hanno dato ottimi risultati, ad esempio, nell’ ottobre passato, con il colosso dei supermercati e dei fast-food, il sudafricano Shoprite, il quale ha concesso ai dipendenti zambiani, a seconda dei compiti e ruoli, aumenti compresi tra il 15 e il 34% .
La vertenza con la Vedanta Resources è molto importante perché dalla risoluzione di essa dipende nel complesso, direttamente o indirettamente, il futuro delle famiglie di ben 12 mila lavoratori.
E, decisamente, non è poco.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)