Per tutto il mese di febbraio (e oltre) ho preso l’impegno di pesare tutti i miei rifiuti, insieme a Chi lo pesa, per rendermi conto di quanto io e i miei gatti produciamo e possiamo sicuramente ridurre.
All’inizio del mio progetto di Vita a impatto 1, che contempla l’abbattimento dei consumi, la riduzione dei rifiuti e il risparmio di energia, acqua e CO2, avevo scelto di insegnare loro a usare la Litter Kwitter, un orpello che gradualmente cambia la loro abitudine più inquinante, portandoli pian piano dalla sabbietta al water. Un training di otto settimane che, con pazienza e amore, porta all’eliminazione totale della lettiera, e quindi di chili e chili di rifiuti non riusabili.
Niente di più semplice, ho pensato.
Ma nella pratica è stato un po’ troppo complicato: i cucciolotti non si sono dimostrati favorevoli al cambiamento, si sono ribellati in molti modi, e così, dopo poche settimane, ho desistito.
Ho scoperto però un tipo di lettiera che, oltre a pesare pochissimo, è biodegradabile ed ecologica, e che quindi dovrebbe nuocere all’ambiente un po’ meno rispetto alle sabbiette di marca pregiata, fatta di silicio e di miracolosi granelli deodoranti-assorbenti-traspiranti. Inoltre sporca meno in giro, dura a lungo ed è compostabile. Non sono ancora arrivata al punto di gettarla nella compostiera, ma quasi.
Poi mi sono accorta che le lattine della loro pappa occupano un posto molto rilevante nella mia spazzatura, e così ho ripreso a cucinar loro la mia famosa sbuba, comprando carne di scarto in una macelleria biodinamica a Milano. La aggiungo tritata a riso bollito e verdure a pezzettini verso fine cottura, e la lascio cuocere per qualche minuto. Non la amano molto, ma questo è ciò che passa in convento. Forse si tratta solo di riabituarsi, poiché la Almo, che usavo in precedenza, sembrava molto gustosa, certo più delle mie ricette-pastone.
Ecco quindi i nostri primi passi verso la riduzione drastica dei rifiuti.
Grazie a Chi lo pesa, perché finalmente mi rendo conto di molte cose in più.