Zannablù è un cinghiale un po’ imbranato dalle caratteristiche zanne blu. E non è solo imbranato visto che è anche irrispettoso nei confronti di ciò che in tanti considerano roba seria e che non si fa problemi a dissacrare ogni storia in cui riesce a intrufolarsi. In passato ha già compiuto la sua azione distruttiva nei confronti delle fiabe con l’albo Le fiabe deficienti, in cui Biancaneve è una racchia, Cappuccetto Rosso una psicopatica e i Tre porcellini sono in lista di attesa per un alloggio alle case popolari, ma si è anche occupato della narrativa contemporanea. Fra i personaggi da lui conosciuti ci sono Harry Porker in lotta contro il malvagio Voldepork, deciso a eliminare tutti i cinghiali dalla faccia della Terra, Il signore dei porcelli, nel cui mondo si trovano località quali la locanda del Puledro Spennato e le miniere di Muoria e i Gostwürstels, ex azienda di disinfestazione dai fantasmi tramutatasi in una multinazionale senza scrupoli.
Con un passato di questo tipo, non poteva mancare un nuovo albo dedicato a uno dei principali fenomeni letterari e televisivi degli ultimi anni: Il trono di spiedi.
Stefano Bonfanti e Barbara Barbieri, che si firmano congiuntamente come Dentiblù, sono attivi da oltre dieci anni nel campo del fumetto e dell’illustrazione. Ideatori del personaggio Zannablù, di cui proseguono a narrare senza sosta le avventure spesso realizzando parodie opere famose della letteratura e del cinema, hanno lavorato anche all’ideazione di numerosi giocattoli e di materiale grafico per le famose sorprese Kinder. Con Zannablù hanno realizzato vignette, strisce, illustrazioni, video ma anche gadget quali magliette, cappellini e accendini.
Il Trono di Spiedi, come è evidente fin dal titolo, è la parodia delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin e della loro trasposizione televisiva intitolata Il trono di spade. Nell’occasione il cinghiale Zannablù compie un epico ed eroico viaggio tra sette misteriosi regni, ognuno governato da una potente famiglia e caratterizzato da un particolare stile culinario. Si va dalla catena di fast food dei famigerati McDannister, losca famiglia che tiene in ostaggio il mitico Trono di Spiedi nella capitale Al-Brodo-del-Re, alle corpose e succulente ricette montanare della famiglia Aristark di Grande-il-Verro, passando per la famiglia Barattolon che, com’è evidente dal nome, sa aprire (e svuotare…) solo scatolette. Nel libro sono comprese anche alcune ricette.
Presentato in anteprima al Lucca Comics&Games, dove ha venduto quasi mille copie, il libro è ora disponibile anche nelle librerie e nelle fumetterie.
Le righe qua sopra potreste averle lette su FantasyMagazine, visto che l’articolo di presentazione del fumetto l’ho già pubblicato lì. Ancora non lo avevo letto, ma ero decisamente curiosa. Ora che l’ho fatto ho iniziato a fare un pensierino anche sul Signore dei porcelli. Lo ammetto senza alcun problema: con Il trono di spiedi mi sono proprio divertita. Non diventerà mai un classico dei fumetti, non è epico come Bone né divertente – e a volte pure corrosivo – come i Peanuts o Mafalda, ma per chi ama la serie di Martin è un bel modo per sdrammatizzare un po’ da un clima cupo e da tutte quelle morti.
La storia è basata molto più sulla serie televisiva Il trono di spade che sui romanzi delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, ma poi ovviamente prende un percorso tutto suo. Senza dimenticare le prese in giro, da quelle delle trasmissioni di cucina che infestano i nostri palinsesti (e in realtà non sono neppure la cosa peggiore) a Dora l’esploratrice, che le mamme di questi ultimi anni ben conoscono.
Come ogni cosa davvero di successo la saga di Martin sta invadendo mercati molto diversi da quello di origine. Calendari, giochi di carte, da tavolo o videogame, rientrano nella normalità, così come pure le graphic novel. C’è però anche un ricco mercato di merchandising, nato ben prima che HBO iniziasse la serie televisiva ma ovviamente molto cresciuto in questi ultimi anni. E poi ci sono prodotti molto collaterali, come Il trono di spiedi. In questo caso Martin (o HBO) non ha nulla a che fare con la pubblicazione, anche se la parodia è chiaramente ispirata al suo mondo. Esistono però altre cose legate alla saga, come Il trono di spade. Poster collection, pubblicato da Panini Comics. La descrizione ufficiale dichiara che questa è
Una straordinaria collezione di immagini per rivivere i momenti più esaltanti della premiatissima serie tv prodotta dalla HBO. Contiene i ritratti dei più amati protagonisti della saga basata sui romanzi di George R.R. Martin, tra cui Ned Stark, Tyrion Lannister e Daenerys Targaryen, e in più le immagini promozionali ufficiali del serial. 31×41 C., 40 pp., col., 19,90 €.
Io gli ho dato uno sguardo, e con grande sorpresa del mio capo ho deciso di non acquistarla. Essere fan non significa acquistare indiscriminatamente tutto. Questa collezione di foto – per carità, di grandi dimensioni e di buona qualità – non aggiunge nulla alla saga, al di là del fatto che ovviamente le foto riguardano la serie televisiva e io invece sono una fan dei romanzi. La parodia è un modo diverso di guardare la storia, anche un pre3nderci in giro perché in fondo si tratta di libri e sarebbe un peccato prendersi troppo sul serio, ma è anche un arricchimento. Uno sguardo diverso dal mio e da quello di chiunque altro. Le foto sono foto, e questi non sono soggetti che mi interessano. Però potrei anche essere interessata a Il trono di spade. Libro pop up, che ancora non ho visto. Quello magari è davvero interessante, anche se ha un prezzo da paura: 59,00 €. Uno sguardo lo darò certamente, e poi deciderò il da farsi. Intanto questa è la quarta di copertina:
Un incredibile libro pop-up sull’universo della celebre serie TV HBO: aprendo il volume avrai la possibilità di veder sorgere dal nulla la mappa tridimensionale del Continente Occidentale e delle Città Libere del mitico mondo de Il Trono di Spade! Un imperdibile cult per veri collezionisti! 23,5×28, C., col., libro pop-up
In attesa di scoprire come sarà quel libro vi lascio con la mia recensione del Trono di spiedi:
Dopo alcune incursioni in mondi fantastici famosissimi grazie a opere come Harry Porker e il segreto della besciamella e Il signore dei porcelli Zannablù, il dissacrante cinghiale creato da Stefano Bonfanti e Barbara Barbieri, giunge nel continente di Westeros — anzi, Biskeros — per una sfida all’ultimo piatto il cui obiettivo finale è la conquista del Trono di spiedi.
La gustosa (in tutti i sensi) parodia sottolinea una volta di più la forza del mondo creato da George R.R. Martin perché quando un’opera assume molteplici forme, spesso molto diverse da quella originaria, significa che ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo.
Il trono di spiedi è un volumetto piccolo, solo una settantina di pagine, e in uno spazio così ridotto è impensabile che segua rigorosamente la lunga e complessa trama delle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Per questo alcuni personaggi fanno una comparsa in scena decisamente rapida, mentre numerosi altri sono del tutto assenti. Ned Aristark per esempio, incapace di preparare il montone arrosto nel breve tempo stabilito dal tirannico Re Giottrey sparisce già alla terza pagina e sua figlia Malarya, che ha qualche tratto in comune con Dora l’esploratrice dell’omonimo cartone animato, si vede anche meno. Il fumetto appare più vicino al Il trono di spade che ai romanzi su cui la serie televisiva è basata, come si vede dalla resa grafica di Lady Margherita Tryshell e di Jon Boh, ma nonostante l’enorme lavoro di sintesi effettuato dagli autori sono molti i personaggi la cui essenza è stata colta alla perfezione. La risposta di Lord Mc Dannister alle imbarazzanti domande di suo figlio minore è esemplare, così come lo è il carattere forte di Lady Cateryng Arystark. È nella sua trama, al posto del personaggio di Robb Stark, che si inserisce la figura di Zannablù.
La trama del fumetto segue solo saltuariamente quella della storia di Martin. Piuttosto propone episodi noti riassemblandoli secondo le proprie esigenze interne e reinterpretandoli spesso in modo sorprendente, come avviene per esempio con un provvidenziale uso dell’aspiratore. A queste scene se ne aggiungono altre totalmente inedite necessarie a donare alla trama una sua unità visto che, almeno all’inizio, Tenerys Tartaryen si trova sul continente di Fessos, posto da qualche parte più a est. Bonfanti e Barbieri perciò hanno dovuto trovare il modo di riunire le sue avventure a quelle degli altri personaggi e di fornire una conclusione adeguata alle premesse anche se Martin non ha ancora messo su carta la sua.
Alla storia sono alternate alcune ricette, che esemplificano al meglio gli stili gastronomici delle diverse nobili case. Quanto poi sia possibile preparare il piatto proposto esattamente nel modo indicato potrebbe essere argomento di lunghe discussioni.
Quelle di Zannablù non sono avventure destinate a entrare nella storia del fumetto. Il libro si legge con piacere, per chi ama l’opera di partenza fornisce spunti per ridere anche degli aspetti più cupi di un mondo non esattamente idilliaco nell’attesa di sapere come si concluderanno davvero la lotta per la conquista del trono e in confronto con gli Estranei. Come direbbe un famoso personaggio che vive nei Sette Regni, Hodor! Anzi, Brodor!
La pagina del fumetto con due tavole in anteprima: http://www.dentiblu.it/zannablu/IT/zannablu_color/30/il_trono_di_spiedi.html.