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Zanonato: “Esclusi dal SISTRI i rifiuti non pericolosi”

Creato il 26 luglio 2013 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT
Zanonato: “Esclusi dal SISTRI i rifiuti non pericolosi”

Un miliardo di euro all’anno. È la cifra di risparmio stimata dal Governo, che sta lavorando per escludere dall’ambito di applicazione del SISTRI, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, i rifiuti non pericolosi.

A dirlo è il responsabile del dicastero dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, intervenuto al Congresso Nazionale degli Ingegneri di Brescia.

Davanti alla platea degli ingegneri, Zanonato ha tenuto a specificare che l’Italia “è andata oltre le indicazioni fornite dalla direttiva europea” che ha introdotto il SISTRI che, in origine, prevedeva la tracciabilità dei soli rifiuti pericolosi.

“Sul SISTRI”, ha aggiunto Zanonato, “ci siamo comportati con una procedura che in gergo viene chiamata di Gold Plating, estendendo l’obbligo a tutti i rifiuti e non solo a quelli pericolosi”.

Si aggiunge così un nuovo capitolo nella saga infinita del SISTRI. Se dovesse essere confermata l’intenzione dell’Esecutivo anticipata da Zanonato, sarebbero molte le imprese che potrebbero vedersi decisamente semplificata la vita, anche se non è chiaro se poi verrebbero rimborsati i costi e gli investimenti già sostenuti.

Ricordiamo che il SISTRI, dopo una ennesima revisione, diventerà operativo a partire dal 1° ottobre 2013 per le imprese che producono rifiuti pericolosi e occupano oltre 10 dipendenti e per le imprese di trasporto, di trattamento , intermediazione e commercio di rifiuti.

La seconda tranche, che riguarderà tutte le altre aziende produttrici di rifiuti, scatterà il 3 marzo 2014 (leggi anche A volte ritornano, il SISTRI operativo dal 1° ottobre 2013).

Quello di Zanonato non è il “primo attacco” al SISTRI. Già lo scorso maggio, infatti, il Ministro dello sviluppo economico davanti agli industriali di Confindustria aveva detto di ritenere il sistema di tracciabilità dei rifiuti “un caso emblematico di ingiustificato aggravio per gli operatori“, affermando che insieme al collega del MATTM, Andrea Orlando, avrebbe “concordato la necessità di rivedere l’attuale sistema e la possibilità di introdurre un regime più agile allineato alle prassi europee”.

Di Mauro Ferrarini


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