
Nell’isola di Zanzibar,adiacente le coste del Tanzania,nell’Africa di sud-est, continuano attacchi a persone e strutture della Chiesa cattolica.
Il 13 settembre scorso, ad esempio, ne ha fatto le spese un sacerdote cattolico , tale Anselmo Mwanga’mba, che è stato colpito da sconosciuti, con dell’acido al volto, al petto e alle braccia.
Il malcapitato, per fortuna, è stato subito trasportato a Dar es Salaam e lì ha ricevuto le cure del caso nell’ospedale cittadino. Resta, però, che questi episodi d’intolleranza nei confronti di cattolici o, comunque, di cristiani in genere, cominciano a ripetersi con troppa frequenza nell’isola. E non possono ovviamente non preoccupare.
Lo scorso febbraio, infatti, è stato ucciso padre Evarist Mushi, nei pressi della sua stessa parrocchia mentre si recava di mattina a celebrare messa e sempre da uno sconosciuto, che è rimasto impunito.
La violenza e l’intolleranza coinvolgono molto spesso anche i collaboratori dei sacerdoti come, ad agosto passato, è accaduto a due volontarie, anch’esse assalite e sfigurate gravemente con l’acido.
Inoltre si stanno ripetendo un po’ troppo spesso assalti e incendi nei confronti dei luoghi di culti.
Comportamenti tutti, che fino a qualche anno fa, erano ritenuti impensabili in quanto la convivenza tra cristiani e musulmani sull’isola era assolutamente pacifica. E la tranquillità del contesto, per altro, favoriva, e di parecchio pure, l’incremento del turismo, una fonte di guadagno molto importante per l’isola e i suoi abitanti.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
