Cosa si fa in estate nell’orto? Si zappa e si sarchia.
Meglio poco ogni giorno che tanto in un’unica giornata. Ci si stanca meno e lo si fa meglio. È una mia idea, anzi, quasi un convincimento. Ci sono piccole cose che si possono fare ogni giorno e non hanno bisogno di buoni e ridondanti propositi – eh sì, i propositi sono sempre ridondanti. Si dicono e si ridicono, e molto spesso rimangono solo parole dette. Mentre un piccolo gesto giornaliero è come un piccolo seme che si pianta, si annaffia, e pian piano comincia a germogliare.
Nella filosofia indiana l’azione ha la stessa importanza della non-azione. È molto concreta da questo punto di vista. Le cose che si devono fare vanno fatte, senza lasciare che il pensiero ci precluda l’azione. Nel poema indiano Bhagavadgita Arjuna deve combattere, ma non vuole – la guerra è fra i due rami dei discendenti dei Kuru: i Kaurava e i Pandava. Allora Krsna viene in aiuto di Arjuna, e lo convince con parole chiare e forti.
6. Chi doma sì i suoi sensi d’azione, ma sta pensando colla mente agli oggetti dei sensi, costui è detto offuscato e ipocrita.
7. Migliore di costui, o Arjuna, è chi, domando i sensi colla mente, intraprende, distaccato, per mezzo dei sensi d’azione, lo yoga dell’azione.
8. Compi l’azione che ti è prescritta. Meglio infatti l’azione dell’inazione. Il sostentamento dello stesso tuo corpo sarebbe impossibile, se tu rimanessi inattivo.
Chi l’avrebbe mai detto che sarchiando un po’ la terra ne sarebbero usciti i versi della Bhagavadgita?
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