Daniele Piervincenzi per Polis Quotidiano
L’Heineken Cup, la coppa dei campioni del rugby, torna a Parma dopo 6 anni. Le Zebre, la nuova franchigia federale nata sulle ceneri degli Aironi è stata sorteggiata nel girone 3 della massima competizione ovale dell’emisfero nord in compagnia dei baschi del Biarritz, vincitori dell’Amlin Cup, degli Harlequins campioni d’Inghilterra e del più abbordabile, ma non meno insidioso Connacht. Una squadra che le Zebre affronteranno anche in Celtic League e che il direttore sportivo Roberto Manghi conosce bene: “In passato – dice – ho collaborato con la franchigia irlandese. E’ una partita che possiamo e dobbiamo vincere
se vogliamo fare breccia nel cuore dei pa rmigi ani e degli appassionati”. (…)
Sebbene l’inizio burrascoso del progetto Zebre e perfino la scelta del nome abbiano
già creato qualche polemica. “Non ci faccio caso, non ne ho il tempo. Con Fabio Ongaro e i tecnici Gajan, Troncon e Troiani lavoriamo giorno e notte per completare la rosa. Per le
critiche aspettiamo di scendere in campo, al momento non ci interessano”. II mercato delle Zebre è ancora avvol to nel mistero, tante voci e poche certezze. Riuscirete a completare la
rosa in tempo per la preparazione estiva? “Entro la fine della prossima settimana le Zebre saranno al completo. E riusciremo a rispettare uno dei nostri obiettivi, ovvero privilegiare i giocatori di formazione italiana. Nei ruoli dove questo non sarà possibile ci affideremo a giocatori stranieri di valore”.
L’esodo dagli Aironi si è già concluso, e ai giocatori che non hanno trovato una porta aperta a Treviso o all’ estero, sono rimaste due alternative: accettare l’offerta delle Zebre o tornare a giocare in Eccellenza. Ed è proprio nel massimo campionato italiano che le Zebre stanno reclutando gran parte della rosa.
Da Prato potrebbero arrivare Bocchino, Chiesa, Van Vuren e Majstorovic. I piloni Lovotti a
Calvisano e Ryan dalla Lazio. Giazzon e Cristiano da Rovigo. Mentre proseguono le trattative con gli azzurri impegnati nella tournée nelle Americhe e in nazionale emergenti.
“Ho sentito tante voci sul nostro mercato – conclude Manghi – ma tutte poco veritiere. Non
stiamo operando nell’ombra come qualcuno sostiene, ma abbiamo poco tempo e siamo
partiti da zero. Per ora possiamo contare sull’esperienza di alcuni giocatori della nazionale
e sul talento di giovani molto promettenti, e credo sia già una buona base di partenza”.