Il sindaco Massimo Zedda spiega di aver «già manifestato più volte, e già da mesi, l’intenzione di delegare qualcuno alla presidenza del Teatro Lirico». Di più: «Un iter era già stato avviato». La procedura aveva però subito «un rallentamento», precisa il primo cittadino, «dovuto ad un aspetto che necessita di essere approfondito»: capire se sia necessaria una manifestazione d’interesse oppure no. Ma alla luce degli ultimi sviluppi giudiziari della vicenda (una richiesta di interdizione per il presidente Zedda da parte della Procura), tutto cambia: il sindaco non si tira indietro e «con la consueta fiducia nella magistratura» annuncia che nei prossimi giorni si «sottoporrà all’interrogatorio col gip», al quale spetta l’ultima parola. Sarà infatti il giudice per la indagini preliminari, dopo il faccia a faccia con Zedda, e dopo aver ascoltato entrambe le parti in causa, pubblico ministero e difesa, a decidere se il presidente del teatro dovrà lasciare l’incarico oppure potrà restare al suo posto.
Il pm, titolare di due inchieste a carico di Zedda, (di cui l’ultima conterebbe 17 capi d’accusa, tutti per presunto abuso d’ufficio), nei giorni scorsi ha chiesto al gip la possibilità di valutare l’interdizione del sindaco, a processo per abuso d’ufficio per la nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente e sotto indagine dopo la presentazione di alcuni esposti da parte dell’ex componente del Cda Gualtiero Cualbu.
Da parte del centrodestra piovono critiche: «Gravissimo che il sindaco, con un procedimento giudiziario in corso, abbia mentito in aula sulle motivazioni delle sue dimissioni dalla presidenza della Fondazione», dichiara Giuseppe Farris, capogruppo Pdl. «In un paese normale – prosegue – un sindaco non mente rispondendo a un’interrogazione; se lo fa, scoperto, si dimette, e se non lo fa, lo fanno dimettere i suoi alleati». Interviene anche Alessandra Zedda, vicecapogruppo di FI in Consiglio regionale: «Lasciamo da parte la vicenda giudiziaria, ma dal punto di vista politico non è accettabile che si contrabbandi come un nobile gesto quello che invece è un effetto di una possibile decisione della magistratura. Non riteniamo opportuno neppure che il primo cittadino nomini un presidente, perché di fatto continuerebbe a guidare l’istituzione culturale per interposta persona. Invitiamo il presidente della Regione Francesco Pigliaru ad intervenire».
Intanto, l’ex sovrintendente Mauro Meli ribadisce: «Non accetto, e non accetterò, dichiarazioni non vere, riferibili, anche indirettamente, al mio operato». In particolare, su «quanto asserito dal sindaco in Consiglio riguardo ad un presunto buco creato nel 2014: nessun buco infatti è stato prodotto nel 2014, ossia nell’anno in cui ho ricoperto il ruolo di sovrintendente della Fondazione». (v. n.)
Fonte UNIONE SARDA
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