È passato più di un anno dal primo ascolto degli Zeit, un cd promo con due tracce e molte potenzialità. Il fatto che lo schiudersi definitivo di questa band veneta (se suoni hardcore, oggi non è una provenienza casuale) abbia richiesto così tanto tempo viene giustificato dall’ottima produzione del disco, stampato grazie al vasto numero di realtà locali che danno supporto al gruppo (Trivel e Dischi Bervisti, per dirne due). The World Is Nothing possiede un sound maturo, che dona un’identità precisa alla band. Derivato dal promo, qui l’insieme di riff e obliterazioni percussive si distingue per acidità, velocità e distorsione, ma la dimostrazione della coscienza del risultato ottenuto sta nel singolo dettaglio: ogni strumento musicale è esaltato e trova il suo posto, non sprofonda nell’impasto ruvido che spesso troviamo nei dischi dark hardcore, quell’eterno muro di suono non interessa. Basta ascoltare “The Walls Of The World”, il brano più lungo di tutti: non ci si perde mai nei mille cambi di tempo, ma si colgono i dettagli e gli stop & go rapidissimi che danno spazio alla chitarra per poter far vedere quanto può graffiare, con la sorpresa rappresentata dall’intermezzo depressive black che viene associato a uno scream questa volta sì roco e aspro. È palese la componente metal nel disco, persino citazionista in alcuni casi, però, per fare un esempio, “Chasing The Void” comincia come una lenta cavalcata, ma mira – e poi ci arriva sempre – a quell’ambito più scordato dell’hardcore punk. Insomma, agli Zeit piace il metal e si sente, però rimangono, come giusto, un gruppo punk. Ed è proprio quest’attitudine non purista a esserne prova.
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