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Zeman: la vittoria del bene contro il male

Creato il 30 maggio 2012 da Eldacar
Eccoci. Finalmente. Praticamente è fatta, 13 anni dopo. E vederlo entrare a Torino, che vinca o che perda, sarà un momento epico, magari con il parrucca in tribuna perchè squalificato insieme a Bonucci e a qualche altro rubentino. Quando ero ragazzino, l'ho incontrato un paio di volte. Quando era a Roma, contro quella Roma, capitò pure di fare un'amichevole a Trigoria: ne presi 3 da Delvecchio ma a fine partita stretta di mano e complimenti del boemo, erano valsi tutto lo sbattimento. Poco dopo avrei cominciato a girare a destra e sinistra per cercare di fare il calciatore e il mio sogno sarebbe proprio stato quello di finire un giorno con lui. Ero innamorato. Sono innamorato. Dell'uomo, dello sportivo, dell'allenatore. Non ci sono riuscito, in compenso ce l'ha fatta il mio (fu) amico Anania, il portiere del Pescara che ha appena vinto il campionato. Prima l'ha avuto a Lecce, poi ad Avellino. All'epoca della primavera, quando lui era all'Inter (di Ronaldo), abbiamo condiviso un paio di campus estivi, di quelli organizzati per procuratori e addetti ai lavori vari, a Montepulciano. Tante foto, un culo inenarrabile a luglio, prima di andare in ritiro. Che poi, tornando a Zeman, c'è ancora chi dice quella cazzata che non è un vincente. Con la squadra buona, si vince. Con la squadra di mentecatti, no. E Zeman, con i mentecatti, ha fatto sempre cose che altri non avrebbero mai potuto fare. E poi, cazzo, è simpaticissimo (intervista di Fazio a seguire).

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