CHAMPIONS LEAGUE ZENIT-BORUSSIA DORTMUND – Ottavi d’andata, Zenit-Borussia Dortmund mette dinanzi la prima del campionato russo (alla pari con la Lokomotiv), attualmente fermo, e i vicecampioni d’Europa che in questo campionato stanno trovando non poche difficoltà, sconfitta nell’ultimo turno di Bundes dopo quattro vittorie di fila. Peccato si debba giocare con curva azzurra vuota a causa degli episodi razzisti in casa dell’Austria Vienna . Inizio caotico, anche a causa del campo, slalom di Reus in area quando il cronometro segna appena tre minuti, la palla capita a Mkhitaryan dopo un rimpallo e il Bvb è avanti. Spalletti ha buoni motivi per mettersi le mani nei capelli, meno male che non li ha perché sennò se li strapperebbe vedendo con che facilità i tedeschi raddoppiano, lo scatenato Reus capitalizza col mancino una sponda di da Grosskreutz. Solo cinque minuti giocati e il Bvb si ritrova con mezza qualificazione in tasca, merito degli uomini di Klopp ovviamente ma quanto si vede la ruggine della difesa casalinga, non sono bastate le amichevoli disputate ultimamente, questo avvio shock fa vedere il solito problema delle squadre russe quando si arriva in questa fase del torneo.
Inizia proprio male per Spalletti, che al quarto d’ora perde Arshavin. Zenit-Borussia Dortmund perde subito uno dei nomi più attesi, in campo Tymoshchuk. I gialloneri arrivano in porta con due passaggi, Hulk prova a impensierirli sgomitando in avanti, mentre lui combatte i compagni lo guardano, arrivati alla mezz’ora risultati mancano. Reus ci prova pure col destro, conclusione a giro dopo una combinazione nello stretto, retroguardia ancora una volta sotto sale. I giocatori dello Zenit sono sempre in ritardo sul pallone, condizione fisica da reparto geriatrico, Anjukov zoppica dopo un contrasto. Il centrocampo è in possesso di Kehl e compagni, che giocano sul velluto visto che un abbozzo di pressing si vede solo al limite dell’area. Ultimi minuti del primo tempo, i tifosi cercano di scaldare una gara surgelata, il Borussia pressa subito su Lombaerts e Neto e non concede neppure briciole.
Sembra un’altra partita al rientro dopo la sosta, Spalletti avrà sicuramente detto qualcosa ai suoi, chi non meritava ramanzine è Hulk, ancora lui l’uomo più pericoloso in avvio di ripresa. La voglia c’è, gambe e testa però non la seguono, Lodygin deve opporsi prima a Lewandowski e poi al compagno Tymoshchuk, che lo fa tremare con uno dei tanti retropassaggi sciagurati visti stasera. Al 57esimo lo Zenit accorcia, lo fa dopo un’azione rocambolesca nata da una palla conquistata da Hulk, supereroe solitario della serata, Rondon (in fuorigioco) raccoglie e colpisce il palo, sulla ribattuta accorre Shatov, Weindenfeller battuto. Un gol ottenuto con la voglia, ma quanto visto in campo non vale un successo di misura e Lewandowski dopo una manciata di secondi riporta due sopra i suoi. Scambio tutto polacco con Piszczek e destro preciso per chiudere la qualificazione. O quasi, perché a riaprire il discorso ci pensa il signor Collum che concede rigore per un contatto quanto meno dubbio tra Piszczek e Fayzulin. Hulk spara una sassata al sette, gol meritato per il brasiliano, meno il risultato oggettivamente troppo morbido per i russi, a far giustizia ci pensa ancora Lewandowski con un diagonale che gli vale la doppietta personale.
Siamo 2-4 ora, un risultato che rispecchia i valori in campo, non si rassegna però Hulk che a dieci dal termine fa lavorare Weindenfeller. Spalletti si gioca le ultime carte, Smolnikov e Kerzakhov dentro per l’assedio finale. Se qualcuno se lo stesse chiedendo, Witsel è in campo dall’inizio ma per vedergli combinare qualcosa ci vogliono 89 minuti di pazienza, un tiretto che si spegne docile tra le braccia del portiere. Il centrocampo stasera è roba di Kehl. I minuti di recupero non influiscono sul buonumore di Klopp che se la ride col quarto uomo e fa bene perché sul terreno di gioco c’è ben poco da vedere. La colpa, come per tutto l’incontro è dei russi, che invece di buttare la palla in area in cerca di un 3-4 certamente non positivo, ma comunque un risultato che lascia qualche piccola speranza, giocherellano e si intestardiscono in dribbling solitari. Il match di ritorno è quasi una formalità, l’esito di Zenit-Borussia Dortmund è clemente con gli uomini di Spalletti, due gol arrivati da situazioni confusionarie e niente più. Ci ha provato Hulk, ma al suo fianco gli Avengers non si sono visti.