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Da un punto di vista prettamente cinematografico il film è un qualcosa di straordinario. Sfaccettato narrativamente, con momenti di alta tensione e presunta calma, con scene di ufficio e di attesa e con scene di puro action. I tempi sono rispettati e puntuali come se seguissero un metronomo immaginario e le scene, così come le inquadrature, sono visivamente ed emozionalmente incredibili.
Mi permetto di citare come esempio tutta la parte riguardante i Navy Seals e l'operazione che porta all'uccisione di Bin Laden. In questa particolare lunga sequenza lo spettatore viene praticamente proiettato all'interno, prima della stessa squadra e poi dell'azione. Lo schermo durante le fasi concitate dell'attacco è praticamente sempre buio ma ad ogni minima fonte di luce ci si apre un mondo. Siamo di fronte a un cinema esaltante, dove nulla è stato lasciato al caso, dove un led o uno spiraglio di luce vengono adoperati per illuminare l'ambiente. La Bigelow, in poche parole, crea una delle migliori sequenze action viste negli ultimi anni, senza praticamente mostrarci quasi niente.
Altro punto a favore poi è la storia. Questa è tratta da eventi reali e come tali sono stati spiattellati. Lo stile è semi-documentaristico o meglio è un finto cinema vérité. Tutto viene trattato con oggettività, senza retorica e senza moralismi. Basti pensare alla delicata questione delle torture perpetuate dagli americani sui prigionieri. La Bigelow sceglie di mostrare i fatti e perciò anche le torture, ma senza ricamarci sopra una linea politica o strappalacrime, ci sono gli eventi storici e gli scandali per questo. Ed infine tocca citare lei, l'assoluta protagonista, ovvero Jessica Chastain che con questa mastodontica prova conferma quello che ci ha mostrato negli ultimi anni. Cioè di essere una grandissima attrice, una di razza.
Ho forse esagerato con le parole, ma per un filmone come questo non ce ne saranno mai abbastanza.
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