Il ragazzo è talmente immobile che si confonderebbe con i sostegni della metro, se non fosse per il cappello stile coppola che gli copre la testa rasata e la borsa a tracolla poggiata a terra fra i piedi.
Legge con gli occhi bassi, completamente intabarrato nel giaccone e nella sciarpa pesante, un libro che sembra aver visto tempi migliori: un po’ sporco, tutto rigato sul dorso, come se avesse passato la metà della sua vita di carta piegato al contrario sulla schiena.
Il volume cattura tutto l’interesse del suo proprietario, tranne nei rari casi in cui si guarda attorno per essere sicuro di non perdere la sua fermata. Quando è il momento di scendere chiude il libro e lo ripone nella borsa.Una copertina nera, tre strisce bianche, una per ogni parola del titolo: Zero, zero, zero.
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