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Zì Chichi… ovvero l’Ars di Pirandello

Creato il 05 dicembre 2012 da Albertocapece

0Licia Satirico per il Simplicissimus

«Sarei felice se la Sicilia fosse piena di centrali nucleari»: questo l’esordio di Antonino Zichichi come assessore ai beni culturali della giunta Crocetta. L’utopia dell’isola nucleare è stata illustrata dall’ottantatreenne scienziato durante la trasmissione “La zanzara” di Radio 24 con una metafora degna del Poldo di Braccio di Ferro: «immaginate di avere una macchinetta dove metti un euro ed esce un panino e una macchinetta sempre identica, dove metti sempre un euro ed escono un milione di panini. Voi cosa scegliereste? Un milione, è chiaro. Questo è il vantaggio dell’energia nucleare per l’essere umano». Il problema della sicurezza è un dettaglio trascurabile a cui si può porre rimedio con persone affidabili: «Fukushima e prima ancora Chernobyl si spiegano col fatto che la tecnologia nucleare è stata messa in mano a irresponsabili. Servono centrali sicure e controllate, costruite da veri scienziati. Tutto qui».

Tutto qui? L’immagine del milione di panini ricorda la celebre sequenza di un film di Fantozzi in cui il ragioniere scovava pane in ogni angolo della casa – armadi cassetti frigo forno – per essere infine assalito dal leggero sospetto di un comportamento anomalo della moglie. Ovviamente il problema non è questo, sebbene la gragnola di panini esprima bene l’insensatezza di certe tecnologie di fronte ai limiti della natura umana. Il problema è che l’utopia di Zichichi non prevede l’interrogativo “voi cosca scegliereste?”, assai più realistico in quest’area di appartenenza geografica, né lo scempio del territorio e nemmeno i due fenomeni che funestano i sogni arroganti degli scienziati: la fatalità e la stupidità.

Una cosa è innegabile: i fatti dimostrano che la tecnologia nucleare è stata messa in mano a irresponsabili, che a volte diventano assessori ai beni culturali. Zichichi sogna impianti nucleari accanto alla Valle dei Templi, nel Val di Noto patrimonio dell’umanità, forse a Ortigia, a pochi passi dall’orrenda raffineria di Priolo che trasforma la pioggia in schiuma biancastra, o magari vicino allo Stretto, dove si cela – cattiva e paziente – una faglia sismica che non ha nulla da invidiare a quelle del Giappone. Sogna ad occhi aperti scienziati diligenti, incorruttibili, instancabili, che trasformino il luogo in cui Zichichi non vive più da decenni in un incubo sospeso tra Ray Bradbury e Mario Puzo.
Probabilmente Zichichi non sa nemmeno che l’Italia ha detto no al nucleare con un referendum e che la Sicilia è parte – derelitta ma viva – di questo Paese. Le numerose reazioni (non nucleari) alla gaffe del galileiano assessore hanno ricordato anche questo, mentre l’imbarazzatissimo Crocetta-Pilato se ne lava le mani: Zichichi ha espresso solo un’opinione personale, diversa da quella del governo della Regione.

Nelle stesse ore in cui si insedia l’Assemblea Regionale Siciliana, ci chiediamo cosa attenderci da una giunta di persone prestate alla politica. La prima tentazione è quella di restituire il prestito prima di dover pagare interessi altissimi. Nel caso di Zichichi, i dubbi sono ancora più consistenti: invece di dire qualcosa sulle strane relazioni d’affari tra il figlio Lorenzo e l’imprenditore Gaetano Mercadante, in carcere con l’accusa di aver sottratto alla Regione Sicilia 19 milioni di euro lucrando giusto sui biglietti d’ingresso nei siti culturali, lo scienziato straparla di centrali nucleari.
Attendiamo ansiosi le dichiarazioni di Crocetta sul conflitto d’interessi della famiglia Zichichi. La giunta siciliana, più che mai alla ricerca di un centro di gravità permanente, si perde già tra intrecci parentali e isotopi radioattivi? Una cosa è certa: in questa terra di sognatori lambita dal mare, la percentuale di stronzio è ben oltre il livello di guardia.


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