Zitti zitti, quatti quatti, lavorano tutti all’inciucione. Pdl-Pd-Terzo Polo: dal 2013 si può fare.

Creato il 02 marzo 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Brodo primordiale

Bruxelles. Pre-vertice del PPE. Casini e Berlusconi recitano la parte di Titti e Gatto Silvestro, ma in fondo sembrano Cip e Ciop. A mala pena si salutano con un cenno del capo ma poi, complice l’aria che si respira nei PopolariEuropei quasi fosse il Ponentino, all’uscita ammettono che forse si può fare. Cosa? L’inciucione. L’idea che aleggia dalle parti di Palazzo Grazioli e di Via dei Due Macelli, è quella che frulla in testa ai due leader ormai da qualche mese: sciogliere il Pdl e l’Udc e farli confluire in un’unica grande forza riformista di centro, una nuova Democrazia Cristiana che non ne prenderebbe il nome ma la sostanza. Non è un mistero che Casini e Alfano ci lavorino da tempo e, dopo l’incontro di Bruxelles, anche Silvio in persona sembra propenso ad abbracciare il progetto. Lo ha detto chiaramente ai giornalisti presenti. A domanda: “È possibile un governo politico con Monti premier e Pdl-Pd e Udc che lo sostengono?”. Ha risposto: “Perché no, si può fare”. Gli obiettivi di Silvio sono chiari. Il primo è quello di continuare a dettare l’agenda del governo, di qualsiasi governo. Ha troppi interessi e troppe imprese che dipendono dagli umori della politica per lasciar perdere. Il secondo è il Quirinale, desiderio non più nascosto, non più pio, non più irrealizzabile dopo la sentenza del processo Mills. Casini è convinto che questa sia l’unica strada percorribile per un paese ancora troppo fragile ma che con la cura Monti ha visto lo spread arrivare a 310 punti, che tradotti in soldoni fanno un risparmio di 55 miliardi di euro in tre anni. E poi, l’ex Cocorito di Forlani, non vede l’ora di mettere in un angolo i poeti e gli agricoltori per far posto ai professionisti veri della politica, gente che in vita sua non ha mai fatto un amato cazzo ma che sui banchi di Montecitorio e di Palazzo Madama si muove in scioltezza e con grande senso di orientamento. Le parole pronunciate da Silvio a Bruxelles sono state immediatamente riferite a Piergigi Bersani il quale, sigaro in bocca e giacca in spalla, ha detto: “Il partitone unico non esiste in natura”, bocciando apparentemente l’idea della Grosse Koalition. Gli ha fatto eco DarioFranceschini che ha dichiarato: “Gli avversari torneranno a essere tali alle prossime elezioni e dopo di esse”. L’uscita di Silvio però, non fa stare tranquilli neppure i suoi. Gli ex aennini vedono l’ipotesi come una autentica iattura mentre Bossi pensa invece che sia praticabile: “Che Monti possa continuare a fare il premier – ha detto il Senatur – è possibile visto che Napolitano è suo amico e Berlusconi pure. Per cui il rapporto con il Pdl è definitivamente tramontato”. Riguardo alla candidatura di Silvio al Quirinale, Piergigi ha ironizzato: “Sognare non è vietato a nessuno”. Parole che non hanno tranquillizzato né gli incliti né gli stolti perché ormai tutti sanno quanto conti Bersani nel suo partito. Sarebbe interessante invece sapere quello che pensano D’Alema e Veltroni. Vogliamo scommettere che a loro l’idea piace? Tutto il pacchetto e via così fino alla pensione.

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