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Fermo restando che da queste parti, pur non essendo ancora riusciti a mollare The Walking Dead (col suo sviluppo depresso e piagnone, fatto di cinque stagioni lente e iperpsicologiche; e sarebbe pure ora di decidersi, ma purtroppo ci siamo incaponiti e quindi teniamo duro!), siamo assolutamente convinti che gli zombie possano (e debbano) anche essere divertenti e cazzuti; duole però purtroppo constatare che qui le cose funzionano sino a un certo punto. Il problema è che Z Nation proprio non ce la fa. Ci prova, ogni tanto pare riuscirci, ma in soldoni finisce sempre per floppare. Per sopperire alla dichiarata mancanza di un approfondimento verticale delle dinamiche in campo (uno dei protagonisti se ne esce con un esplicito «odio i dilemmi morali»), gli autori raggruppano la banda di protagonisti e gli danno un obiettivo chiaro (portare dall’altra parte del paese il paziente-cavia, per l'appunto). Un’idea semplice semplice semplice, che contiene in sé un enorme potenziale di trasformazione della storia in un road movie svelto e sincopato, zeppo di morti e saturo di location.
Solo che, a fronte di quell'intento cazzaro e smaccatamente tamarro tipico della Asylum, il racconto non è votato (non solo, per lo meno) alle trovate grafiche più eccentriche, alla suspense più pura (laddove spesso il parente nobile la sacrifica in favore delle lacrime di Rick) e alle battutaccie ad effetto che donerebbero alla serie un colore precipuo ed originale. Invece Z Nation, pur contenendo barlumi di tutto ciò, risulta alla fine un prodotto stucchevole che conferma quanto sia pressoché impossibile formulare un'alternativa valida all'opera made in Kirkman. O si offre una prospettiva completamente "altra" (si vedano le inglesi Dead Set e In the Flesh) o si gioca consapevolmente e ironicamente con tutti i cliché del genere (un esempio su tutti è Death Valley di MTV) o si corre il rischio di essere banali e approssimativi. E la cosa si fa ancora più palese quando non si hanno i mezzi a disposizione della AMC che, non a caso, lancerà presto uno spin-off del suo prodotto principe intitolato Fear The Walking Dead.Insomma, qualche puntata divertente, un po' di ottime intuizioni e numerosi bei momenti, ma resta la sensazione di un colpo morto in canna (o di un corpo morto, visto il caso!)
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