Riceviamo da Legambiente e volentieri pubblichiamo.
Al Parc animalier di Introd, ampliato da poco, si aggiunge ora quello di Champdepraz. Il Circolo Legambiente Valle d’Aosta da sempre è critico verso questi zoo mascherati, che nella nostra regione sorgono, oltretutto, ai confini di due Parchi veri (il Parco Nazionale del Gran Paradiso, e il Parco regionale del Mont Avic), dove gli animali possono essere osservati liberi nell’ambiente naturale, e dove il loro comportamento non è alterato dalla condizione di cattività. I fatti di attualità ci obbligano a ritornare sull’argomento: come è noto, i parchi faunistici possono godere di sovvenzioni pubbliche (ogni anno un fondo viene stanziato allo scopo, e assegnato in base ai progetti presentati). Il contributo è stato assegnato anche quest’anno, nonostante i tagli imposti dalla crisi economica. Allo stesso tempo, però, la Giunta Regionale non ha ancora stanziato le risorse minime indispensabili per garantire la sussistenza del Parco del Mont Avic.
Insomma, mentre il Parco del Mont Avic rischia seriamente di scomparire, la Regione continua a sovvenzionare zoo mascherati, all’interno dei quali la banalizzazione della vita animale e dei suoi bisogni sta raggiungendo l’apoteosi: attraverso un gesto da sala giochi, con l’inserimento di una monetina per attirare l’animale affamato con del cibo, secondo una dinamica pavloviana, si lancia un messaggio non solo diseducativo, ma offensivo della dignità degli animali. “In questa situazione di crisi – commenta la Presidente del Circolo, Alessandra Piccioni – le risorse disponibili devono essere ben impiegate. E’ necessario che la Regione operi delle scelte, abolendo finanziamenti pubblici ad attività private e lucrative, nel presente caso anche diseducative, e sostenendo invece i parchi pubblici, che continuano fortunatamente ad attrarre un numero rilevante di visitatori con ricadute importanti sul turismo della Valle d’Aosta”. Cogliamo, infine, l’occasione per chiedere alle Istituzioni scolastiche, agli insegnanti e agli altri operatori del settore socio–educativo, di riflettere rispetto all’opportunità di organizzare uscite presso i parchi faunistici. Le gite scolastiche, definite per legge “d’istruzione”, dovrebbero insegnare il rispetto della Natura e della Montagna e, a livello locale, stimolare l’interesse nei confronti della nostra fauna e flora, inserite nel corretto contesto ambientale.
Quale messaggio educativo si propone invece, favorendo un sistema in cui basta pagare e gli animali, senza fatica, diventano disponibili come un banale oggetto, una qualunque merce?