Zoolander 2
di Ben Stiller
Con Ben Stiller, Owen Wilson, Will Ferrell, Penelope Cruz
USA, 2016
genere: commedia
durata: 102'
Il
Centro Derek Zoolander è collassato su se stesso a due giorni
dall'inaugurazione. Il suo fondatore ha perso la moglie e i servizi
sociali gli hanno tolto anche il figlio. Hansel ha riportato un graffio.
Entrambi si sono ritirati agli estremi del pianeta. Anni dopo, il
destino li riporta insieme nella città eterna per un grande evento che
potrebbe rilanciare finalmente la loro carriera e permettere a Derek di
riavere il figlio. Egli stesso, però, purtroppo, commette un grave
errore: involontariamente libera dal carcere Mogutu, sempre più
travestito e sempre più folle.
Essendo
il genere demenziale tipicamente abitato da personaggi sopra le righe,
eccessivi e a loro modo sempre iconoclasti, l'incontro con il mondo
della moda, che mostra per natura le stesse caratteristiche, non poteva
che dar luogo ad un match perfetto, e Zoolander ne è stata la prova. Il
secondo capitolo potrebbe non far altro che ripetere il concetto, ma
interpreta il compito in maniera ansiosa e bulimica. Da un lato,
infatti, s'intrattiene senza verve sui cambiamente occorsi nell'ambiente
dal 2001 ad oggi, dall'altro si butta a capofitto nella crime story,
riempiendo l'ordigno cinematografico di polvere esplosiva ma apparendo
poco attrezzato per reggere l'impatto della deflagrazione al momento
decisivo.
L'ambientazione
nella Roma riportata allo splendore dei massimi complotti da Dan Brown,
offre l'occasione a Ben Stiller di inventare un segreto biblico, basato
su un gioco di parole, che da solo dovrebbe tenere insieme un'avventura
che parla di popstar assassinate, di un eletto sovrappeso e di un
cenacolo massonico che conta tra i suoi adepti Valentino, Anna Wintour,
Vera Wang, Mark Jacobs e Tommy Hilfiger.
Naturalmente,
sconclusionato può essere sinonimo di divertente, ma qui è eccessivo:
si ride meno rispetto al film inaugurale e pare di essere capitati
dentro un'infilata di parodie, da Balle Spaziali a Johnny English,
compressa dentro ritmi troppo sostenuti per il nostro eroe. Penelope
Cruz, nei panni di un ex modella di costumi da bagno riciclatasi come
poliziotta hot, procede controcorrente, rallentando il ritmo del film ad
ogni apparizione.
Il sequel non trova una propria dimensione e, verso la fine, replica senza remore le gag dell'originale.
Riccardo Supino