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La categoria è quella dei film comico-demenziale, dove l’eccesso diventa appunto palese demenza. Ed è proprio in questo genere di film che viene fuori la vera bravura degli attori, perché, a discapito di un giudizio che può peccare (in apparenza) di superficialità, non è facile interpretare parti simili. Non è da tutti. Solo i migliori possono riuscirci. Grande merito quindi a Ben Stiller e Owen Wilson che, con la loro interpretazione, danno vita ad una magistrale“caricatura visiva”. Facciamo quindi un breve passo indietro. La caricatura è l’esagerazione voluta dei difetti per renderli ben visibili a tutti, anche a chi non sa osservare. Ed ecco che con questo genere, nato nel disegno e trasportato, già da tempo, nel mondo cinematografico, Stiller applica il sistema della caricatura per mostrare al pubblico il lato più “assurdo” di un mondo che invece appare perfetto e di esempio al punto che tutti vorrebbero seguirlo: la moda. Grande promotore di questo mondo ovviamente è il cattivo di turno. Impersonato, appunto, da un pagliaccio. Perché la moda, si sa, non è sinonimo di buon gusto. L’importante è semplicemente sorprendere, colpire. Appparire. Ed il mondo platinato a cui popoli e generazioni guardano quasi sbavando altro non è che un palcoscenico di imposizioni e pregiudizi che dilagano e si applicano più delle leggi stesse. Quindi si arriva al tema chiave: un ragazzino ciccione in questo mondo che suscita orrore e raccapriccio. Peccato però che tra tutti, in quel mondo così platinato e tendente ad una perfezione assolutamente apparente, sia uno dei pochi veramente in grado di usare la testa. Particolare che passerà quasi inosservato anche allo spettatore. Perché qui, volutamente, la caricatura perde potenza. Diventa realtà. L’altro intelligente è proprio il pagliaccio cattivo. Nonché furbo perché sfrutta il desiderio di apparire non solo per manipolare, ma anche per prendere in giro i più grandi nomi della moda che, con grande autoironia, prendono parte a questa messinscena dissacrante proprio per il loro mondo. Grandi guest star anche in Zoolander 2: dal nostro Valentino a Tommy Hilfiger fino a Sting, solo per citarne qualcuno. E qui mi fermo per non rivelare il finale e non rovinare il divertimento e la “morale della favola”. Abbastanza lento il primo tempo, grande ripresa e finalmente qualche risata nel secondo. Va visto non per morire dal ridere, ma per i molteplici messaggi che contiene e che, spero, ogni spettatore potrà ricevere. Buona visione By Lisa
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